Arabella Steinbacher, violinista da non perdere di vista

Lunedì 20 Ottobre 2014
UDINE - (l.pel.) Al Teatro Nuovo ecco i Münchner Symphoniker diretti da Kevin John Edusei, la cui carriera, iniziata nel 2009, ha visto numerose produzioni operistiche e collaborazioni specie con formazioni tedesche. Il programma comprendeva in apertura l'Ouverture da concerto op. 32 di Mendelssohn Das Märchen von der Schönen Melusine, pagina dai piacevoli toni narrativi, seguita da una su composizione ben più nota: il Concerto per violino e orchestra op. 64, generalmente considerato tra i più importanti del repertorio classico-romantico, e a ragione: virtuosistico, ma mai in modo vuoto, riesce a sfruttare le possibilità espressive dello strumento senza far venire meno il dialogo con l'orchestra, con temi che si imprimono nella mente. Solista era Arabella Steinbacher, curriculum di primo piano per collaborazioni e incisioni che l'hanno posta in evidenza al vasto pubblico. Ultimo brano, la Sinfonia n. 2 op 61 di Schumann: pagina che forse non eccelle per coerenza ispirativa ma offre momenti di grande espressività. I Münchner si sono dimostrati formazione di buona ma, nell'occasione, non superlativa caratura. Prestazioni senza sbavature, ma non troppo rifinite: come negli ingressi e nelle chiuse, in particolare dei fiati, e nell'uso piuttosto schematico della dinamica. La lettura di Edusei è stata diligente ma senza particolari finezze interpretative. La prestazione migliore si è avuta con il Concerto, dove il dialogo con la solista è stato sciolto. Non avevamo mai ascoltato prima la Steinbacher e ci ha colpito per doti tecniche notevoli: cavata sostenuta e luminosa, mano sinistra precisissima e un fraseggio ottimo per respiro e agilità. Unico appunto, forse è cifra interpretativa, la ritrosia a calcare sui toni espressivi: nei momenti in cui ciò è avvenuto il risultato appariva quasi forzato. Per lei applausi e due lunghi bis sui quali non si è risparmiata.
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