Allarme nutrie vicino all'asilo

Mercoledì 1 Ottobre 2014
La nutria torna a farsi vedere in città. Un esemplare piuttosto pasciuto di "Myocastor coypus" (perché questo è il nome scientifico di questo roditore, da noi sicuramente più noto con il nomignolo di "castorino") è stato avvistato ieri a due passi dalla recinzione dell'asilo Marco Volpe. Sul fatto che di nutria si tratti, anche l'occhio clinico dell'esperto non ha dubbi. Per la Polizia provinciale (vedi altro articolo) è una novità, visto che «per Udine - come spiega il comandante Stefano Verri - non abbiamo ricevuto segnalazioni. Siamo intervenuti in tutto il resto della provincia ma non nel capoluogo». Ma come spiega Luca Lapini, teriologo del Museo friulano di storia naturale, per Udine non è un debutto. Un giovane roditore era stato avvistato già nel 2003 in via Planis. Poi, «il 12 maggio 2005 una nutria è stata fotografata in via Bassi» e, da allora, negli anni «abbiamo ricevuto in tutto una quindicina di segnalazioni», da Basaldella a via Marsala. «L'ultima che ci è arrivata è del 2012», spiega Lapini. Ora, il ritorno. E, guarda un po', proprio a due passi dal luogo di una delle sue prime apparizioni. La sua presenza in città non fa sorridere i più. Quello che in Italia fu importato a partire dal 1928 come animale da pelliccia, oggi in Friuli (e non solo) è diventato una maledizione per gli argini. Nel territorio del Consorzio di bonifica Bassa friulana le gallerie scavate dalle nutrie hanno richiesto oltre 11 milioni di euro di interventi di ripristino. Per ora, il direttore generale del Consorzio Ledra Tagliamento Massimo Canali spiega che «per Udine non abbiamo ricevuto segnalazioni di problemi per nutrie: dalla Napoleonica in su, ci sono state solo nella zona di Farla. Sul Ledra per adesso non ravvisiamo criticità particolari». Ma resta un altro nodo. «Dal punto di vista igienico - ammette Lapini - le nutrie non sono certo il massimo». Di fatto questo roditore è "parente" del topo, «fa parte della famiglia miocastoride sudamericana che raggruppa animali intermedi fra il topo e il castoro». Il rischio leptospirosi? «È una cosa un po' controversa. Tutte le nutrie, se si fa il test, hanno avuto la leptospirosi. Questo non significa, però, che ne siano necessariamente portatrici. È una questione un po' controversa, ma sicuramente non si può escludere», dice lo zoologo. «Non è che una nutria - gli fa eco Verri - aggredisca un passante o un bambino, ma se ci sono più nutrie in uno stagno e le persone vanno a metterci le mani, può esserci un rischio, come se si trattasse di un topo. La sua presenza, comunque, non è un buon segnale».