Al Pm la lista di

Sabato 20 Dicembre 2014
UDINE - L'elenco dei soci prestatori che nell'arco di un mese e mezzo, prima del blocco dei risparmi e dell'istanza di ammissione al concordato, hanno ritirato i loro risparmi per un importo complessivo di 3,1 milioni. È l'incartamento che figura in cima alla lista dei documenti acquisiti mercoledì dalla Guardia di Finanza nella sede della CoopCa di Amaro e che ora la Procura di Udine intende studiare nell'ambito dell'inchiesta aperta per atti relativi per seguire l'andamento della vicenda.
I magistrati friulani sono ancora in attesa di visionare il materiale acquisito dalle fiamme gialle. Ma da quanto trapela, in questa fase delle indagini in cui non sono state formalizzate iscrizioni nel registro degli indagati o teorizzate ipotesi di reato, l'attenzione si concentrerà proprio su quei prelievi effettuati poco prima che scoppiasse il caso. La Procura vuole capire chi abbia prelevato i risparmi e soprattutto perché ci sia stata questa corsa al ritiro del denaro.
Quanti siano stati esattamente i soci che siano riusciti a rientrare in possesso del denaro non è ancora dato saperlo, ma si tratterebbe di alcune decine di persone, calcolato che per legge è fissato un tetto massimo al deposito di denaro nelle cooperative. Certo è che chi è riuscito a prelevare il denaro prima del blocco è riuscito a tornare in possesso dell'intero capitale sociale. Per gli altri (erano stati richiesti già altri 4 milioni e mezzo di euro) bisognerà attendere l'esito della procedura concorsuale per capire quando e in che percentuale potranno ottenere indietro il proprio denaro.
Secondo quanto riferito già giovedì dal presidente della Cooperativa Ermanno Collinassi in una nota, «l'emorragia è iniziata dal mese di ottobre, conseguentemente ai fatti di cronaca di Trieste (il crack di coop operaie), con ritmi sfrenati e ingestibili». «Lo stravolgimento che ne è conseguito, del tutto imprevisto ed imprevedibile, ha di fatto reso impossibile l'azione di ristrutturazione avviata dalla Società - si legge ancora nella nota -, principalmente attraverso l'attuazione del piano industriale e finanziario predisposto da una società di consulenza esperta del settore».
Elena Viotto
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