«Posso darti il doppio, ma devi dire che sono per i fanghi del Banduzzi»

Giovedì 30 Ottobre 2014
UDINE - «La cassa del Commissario della Laguna di Grado e Marano piange... è piena di buchi (...) no sai perché abbiamo dovuto pagare i tre milioni di euro di scopertura lasciati dalla precedente gestione».
Gianfranco Moretton, secondo commissario, subentrato alla gestione Ciani, parla al telefono con Gianfranco Mascazzini, intercettato nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Napoli, e gli fa presente una necessità di ottenere finanziamenti. Mascazzini comprende e dice che interverrà.
Nei giorni seguenti si sentono ancora. Spiegato che «qualche soldo c'è ancora in giro», Mascazzini cerca di trovare una motivazione plausibile per concedere i fondi. «Non te le posso dare come spese di funzionamento», chiarisce. Occorrerà dire, spiega all'interlocutore, che servono per i dragaggi e poi lui li potrà utilizzare come ritiene. «È più facile darti i soldi... diciamo deve tirar via i fanghi perché sono sotto sequestro». «La motivazione di dover portare via i fanghi dal canale Banduzzi è forte... la motivazione di dover riconoscere i soldi al Commissario è debole».
Quale sia poi la destinazione finale delle somme poco importa. «Non mi interessa come li spendi... però la motivazione fortissima per darti 10 milioni non 5 è il Banduzzi». «Poi tu fai quel che vuoi con quei soldi», spiega Mascazzini.
A chiarire i passaggi dell'ordinanza con cui sono stati poi disposti i finanziamenti, in un'altra telefonata, è Giorgia Scopece, dipendente di Sogesid, e collaboratrice di Mascazzini. Spiega che l'ordinanza prevedeva 4 milioni per i debiti lasciati da Ciani, 10 per i dragaggi del Banduzzi e altri 4 per le vasche di colmata "... però prioritariamente... non esclusivamente".
In buona sostanza i dragaggi previsti nell'area della laguna di Grado e Marano, su cui nei dieci anni di emergenza si era incentrata l'attività dei tre commissari, «opere di ordinaria manutenzione dei canali navigabili necessarie per la sicurezza della navigazione», «rappresentavano il pretesto attraverso cui distribuire risorse pubbliche in forza del presunto stato di emergenza ambientale».
Anche nel periodo del terzo commissario (2009-2012), secondo l'accusa sarebbero stati «due i settori di intervento in cui Mascazzini e Menchini hanno inciso per realizzare gli interessi propri e dei soggetti privati in dispregio delle finalità di risanamento ambientale e con notevole dissipazione di denaro pubblico erogato dalla regione Fvg». Tra questi proprio la bonifica dei canali lagunari e la problematica dei dragaggi che, sul presupposto della «deliberata scelta di confondere i concetti di mercurio neurotossico e solfuro di mercurio naturale», avrebbe consentito di giustificare onerosi spostamenti di sedimenti da una parte all'altra dell'Adriatico e di costruzione di casse di colmata ove collocarli (area Pantanel di Lignano Sabbiadoro, Punta Gabbiani-Isola delle Cove di Grado e San Giorgio), la cui progettazione era oggetto di affidamenti diretti di appalti alle società venete, Tethis e Studio Altieri, di cui il Consorzio Venezia Nuova era concessionario unico.
e.v.