«Non siamo i padroni della sicurezza, sì alle sinergie»

Sabato 20 Settembre 2014
UDINE - (cdm) Parlare poco, lavorare tanto. Il motto, che sembra cucito addosso al friulano medio, fa anche al caso del nuovo comandante provinciale dei vigili del fuoco Vincenzo Lotito (nella foto). Originario di Sorrento, dopo le esperienze Cremona, Como, Savona e Varese, a Udine fa di «sinergie» la sua parola d'ordine. Il nodo risorse? «La gestione delle risorse è un aspetto particolarmente delicato, ma noi vigili del fuoco, e i friulani in modo particolare, più che parlare amiamo lavorare. Qualche difficoltà c'è, ma ciò nonostante riusciamo a garantire i soccorsi» Superato, per ora, il nodo organico: «La carenza di personale è minima». Infatti, rispetto ai 232 previsti in pianta organica, al Comando udinese, come spiega il vicecomandante Sergio Benedetti, in servizio ce ne sono 230 grazie ai 12 nuovi innesti di luglio. Il timore, però, dice Benedetti, è che una parte dei nuovi arrivati, «anche il 50%» possa decidere di ripartire «visto che non sono autoctoni». Nodale l'apporto dei circa 300 volontari. A dicembre 2013 erano stati gli stessi vertici friulani a sollevare il problema dei fondi risicati per il carburante. E ora? «È chiaro - spiega Lotito - che si cerca di ottimizzare le risorse che abbiamo: il carburante che abbiamo è finalizzato quasi esclusivamente per i soccorsi. Non abbiamo problemi di mezzi che non escono perché non c'è carburante».
I suoi obiettivi? «Il soccorso non può essere di esclusiva proprietà di qualche ente. Massima apertura a nuove forme di collaborazione con Protezione civile, altre forze, associazioni, per renderlo più capillare». A chi gli chiede del rapporto con la Protezione civile dice che «non ci dovrebbe essere competizione: le istituzioni hanno obiettivi simili ma diversi». «Non siamo noi i padroni della sicurezza, il padrone è il cittadino. Noi siamo al servizio». Lotito auspica «protocolli d'intesa» anche sui soccorsi in montagna, «in modo tale che non ci sia sovrapposizione». In Friuli sul fronte emergenze, questo «è stato un anno di tregua». Se nel 2013 si erano superati i 7.600 interventi, finora se ne contano «circa cinquemila, in calo, come in tutto il nord».