«Il problema è la gestione degli arrivi via terra»

Martedì 30 Settembre 2014
UDINE - L'emergenza profughi che sta investendo Udine «non deve essere sottovalutata». Così il sindaco Furio Honsell ha relazionato ieri in commissione dopo l'incontro con i parlamentari. Uno dei rischi dell'attuale gestione dei richiedenti asilo è quello di una speculazione finanziaria da parte di chi li accoglie. «I soldi dell'accoglienza non vengono dati ai richiedenti ma alle associazioni che li gestiscono e anche i soldi del ministero vengono dati in modo farraginoso».
Altro problema, non di poco conto, riguarda il trattamento riservato ai richiedenti che arrivano via terra: «Chiedono di essere trattai come i profughi di Mare Nostrum» ovvero di avere una sistemazione, tant'è che il Comune ha cominciato a conoscere questa dinamica una decina di giorni fa quando una quarantina di persone in città chiedevano di essere trattati come i richiedenti asilo di Mare Nostrum. «Mentre c'è un chiaro percorso di flusso di richiedenti asilo che giungono sulle coste italiane, molti si dimenticano che c'è anche un flusso di persone che vengono via terra attraverso il confine austriaco e vengono indirizzate a Udine perché sede della questura - ha proseguito Honsell - Oggi continuare a far finta che il problema sia gestito vuol dire essere complici di una situazione che richiede un intervento molto più strutturato».
Per gli arrivi via terra dovrebbe scattare l'accordo di Dublino, ma di fatto questo non avviene e il primo cittadino chiama in causa l'Austria a cui è stato chiesto un accordo bilaterale proprio per capire come opera il Paese che «non gestisce nemmeno un richiedente». Honsell ha sottolineato l'importanza di implementare il lavoro della commissione di Gorizia perché «bisogna evitare di avere persone che aspettano anche 18 mesi per vedere concluso il loro iter senza nemmeno la possibilità di lavorare». Altri richiedenti in città? «A Udine non c'è più posto». L'opposizione ha apprezzato l'incontro con i parlamentari che però «andava fatto prima», come ha sottolineato Maurizio Vuerli, mentre per Mario Pittoni «occorrono proposte condivise da portare in Europa».
Li.Za.