«Farò un'operazione di "bonifica" del club»

Martedì 31 Marzo 2015
UDINE - Bufera sul ciclismo. Un'altra. Come se una disciplina sportiva tanto popolare, appassionante, coinvolgente, non ne avesse conosciute abbastanza. Stavolta nel mirino è finito un neonato club del Friuli Venezia Giulia, destinato a battersi fra i Dilettanti. Si tratta del T-Vb, acronimo per "Usa il tempo, crea valore, fai beneficenza". Uno scenario emerso grazie all'attività dei Nas dei Carabinieri di Udine.
Il T-Vb è stato costituito, alcuni mesi fa, da Mattia Vairoli, lombardo dai trascorsi di ciclista dilettante trapiantato nella località pordenonese di Caneva. Vairoli ha messo insieme uno staff tecnico in cui spiccano i direttori sportivi Ezio Piccoli e Stefano Bandolin - che, va precisato, non sono indagati - messi alla testa di una squadra di una decina di componenti. Il primo è una vecchia conoscenza del mondo dello sport della bici, avendo vissuto in passato grandi stagioni con le squadre del Record Caneva dell'allora patron Gianni Biz (con all'attivo una serie di successi nazionali ed internazionali).
L'altro è un quarantenne di San Michele al Tagliamento, a cui un grave incidente di corsa ha troncato la promettente carriera quando era giovanissimo. Poi ha cominciato l'attività tecnica e, nei due anni, ha diretto il Bando Cycling Team dedicatosi con buoni riscontri agli Juniores (cioè ragazzi di 17-18 anni). Fa l'assicuratore a Latisana, dove T-Vb ha fissato la propria sede. Nel suo ruolo, si è però trovato a gestire solo una parte dei tesserati: un friulano e quattro veneti. Gli altri - piemontesi, lombardi e siciliani - si preparavano agli ordini di Vairoli. Vedendo piombare nella sede del club gli ispettori dei Nas, Bandolin, che nulla c'entra con l'inchiesta, è caduto dalle nuvole.
«A Latisana non sono state trovate sostanze sospette o addirittura proibite, né poteva essere diversamente - puntualizza -. Stesso discorso per i cinque ragazzi che seguivo in modo diretto. Per quanto accade confesso che mi vergogno, senza peraltro averne alcuna colpa. Sentito il legale, che è l'avvocato Celeste Salami del foro di Ravenna, abbiamo subito allontanato gli elementi in odore di sospetto: compreso il team manager Vairoli e il direttore sportivo Piccoli (che però non è indagato ndr), il quale viveva a stretto contatto con gli atleti, alcuni dei quali adesso sotto inchiesta».
E aggiunge: «Nulla emerge nei miei confronti, neppure da intercettazioni telefoniche o altro. Ho la coscienza perfettamente tranquilla e avvierò una completa operazione di bonifica nel T-Vb, che in futuro cambierà nome ma manterrà l'intenzione originaria di finalizzare la sua attività a scopi benefici».
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