«Cospalat, allarme ingiustificato»

Venerdì 28 Novembre 2014
(E.V.) «L'allarmismo per la salute pubblica, come già evidenziato allorché il caso era salito alla ribalta mediatica, era assolutamente ingiustificato. Il trattamento sanzionatorio (9 mesi, ndr) concordato con l'ufficio inquirente ritengo ne sia la riprova». L'avvocato Roberto Mete, legale delle due socie del laboratorio di analisi Microlab di Amaro, in cui venivano controllati i livelli delle aflatossine nel latte, la biologa Gabriella Mainardis e il tecnico di laboratorio Cinzia Bulfon, interviene così all'indomani della sentenza con cui il gip, accogliendo i 16 patteggiamenti degli indagati, ha chiuso l'inchiesta Cospalat. Secondo la difesa si sarebbe trattato solo di un esubero di aflatossine «rispetto a parametri di concentrazione normativamente stabiliti, che in altre realtà sarebbe ammesso senza alcun particolare allarme per la salute pubblica». «Le mie clienti hanno di fatto pagato un particolare episodio, ammesso serenamente, riguardante una certificazione analitica. All'esito delle indagini, preso atto della strategia processuale di Cospalat, sarebbe stato un suicidio affrontare in solitudine un processo lungo, costoso e molto problematico sotto l'aspetto tecnico. Motivo per cui si è preferito aderire all'ipotesi della pena concordata, con tutti i benefici processuali e sostanziali che ne conseguono - spiega -. Ciò anche al fine di evitare ulteriori, inutili esposizioni che avrebbero in ogni caso acuito le frustrazioni già sofferte dalle mie clienti, al di là degli esiti dibattimentali. Già il venir meno dall'accusa del concorso nell'adulterazione del latte ha avuto un certo peso nella decisione difensiva, anche se i danni subiti dai timori ingiustificati prospettati al tempo dei primi riscontri investigativi sono stati devastanti e, purtroppo, irreparabili».