«Ci occupiamo di questioni che riguardano Cesare e non Dio»

Venerdì 24 Ottobre 2014
«Come Arcigay Friuli non siamo interessati a confrontarci con le religioni, ma con le istituzioni». Così il presidente dell'associazione di Udine e Pordenone Giacomo Deperu commenta il messaggio dei vescovi di Udine, Pordenone e Trieste in merito alle trascrizioni dei matrimoni omosessuali.
«È ovvio che non ci fa piacere aver letto il messaggio dei tre vescovi, ma ribadiamo che noi - prosegue Deperu - ci occupiamo di questioni che riguardano Cesare e non Dio». Ovvero, esemplifica Deperu, «parliamo del matrimonio civile e non di quello religioso. Così come noi lasciamo a Dio le sue questioni - conclude il presidente di Arcigay Friuli -, loro lascino a Cesare le nostre».
Intanto, sul fronte omosessuale, ieri si è registrata una protesta eclatante in un liceo di Trieste. Al Dante-Carducci, infatti, un docente ha tolto il crocifisso da un'aula in segno di protesta contro la Chiesa, spiegando ai propri studenti la ragione del suo gesto. «Per l'ennesima volta - ha affermato l'insegnante, Davide Zotti, responsabile scuola di Arcigay - un importante esponente della gerarchia cattolica ha ribadito le posizioni omofobiche della Chiesa, affermando che l'omosessualità non è conforme alla realtà dell'essere umano». «Come docente e omosessuale - ha aggiunto Zotti - non posso più accettare di svolgere il mio lavoro in un luogo, l'aula, segnato dal simbolo principale della Chiesa cattolica, che continua a calpestare la mia dignità di persona omosessuale».