È senza dubbio il sindaco trevigiano con meno peli sulla lingua. Riccardo Szumski,

Lunedì 21 Luglio 2014
È senza dubbio il sindaco trevigiano con meno peli sulla lingua. Riccardo Szumski, medico 62enne, primo cittadino di Santa Lucia, non le ha mai mandate a dire. Folgorato da Saragat, da giovane entrò nel Psdi e l'ha scalato fino a diventarne segretario provinciale. In 35 anni, poi, è passato per la Lega e per Forza Italia. Casacche di partito indossate senza perdere di vista la propria stella cometa: l'autonomia. Ormai «agnostico nei confronti del partiti», il fil rouge autonomista oggi l'ha portato a schierarsi direttamente tra le fila dei venetisti. Negli ultimi mesi ha invitato tutti i suoi cittadini a esporre la bandiera del Leone di San Marco. Con il vessillo più grande issato sulla facciata del municipio. E molti, in modo trasversale, l'hanno seguito.
Sindaco Szumski, autonomia o indipendenza?
«Ero autonomista. Ma chiedo equità da 35 anni e non ho visto cambiare nulla. Non c'è speranza. Siamo all'ultra-centralismo: non è giusto che chi amministra meglio continui a essere punito rispetto a chi non lo fa. La spesa storica è un dramma. Meglio vassalli della Germania che non succubi della dittatura della burocrazia. Per questo dico indipendenza».
Ci sono sindaci che la seguono?
«Molti sono nuovi e pensano di cambiare il mondo. Vedremo quando capiranno dove sono finiti».
Con chi si trova bene?
«Con Silvano Piazza (sindaco di Silea, ndr). Comunque cerco di non trovarmi male con nessuno».
Le aggregazioni dei Comuni possono servire?
«È l'idea dei sindacati: hanno distrutto l'Italia e ora ci insegnano come si fa. Anche se ci fossero meno tasse e più risorse, con questo sistema vorrebbe dire che i soldi li metterebbe qualcun altro».
Ha una tessera di partito?
«Sono agnostico. Non mi iscriverò mai più. I partiti sono sistemi autoreferenziali fatti per sistemare i propri uomini».
Cosa pensa dei venetisti finiti in carcere?
«Qui chi la pensa diversamente viene bastonato. Mentre chi voleva instaurare uno Stato comunista, penso a gente come Toni Negri, è arrivato in Parlamento».
Mai preso in considerazione il M5S?
«Serve un'idea di Paese. Alcune cose sono giuste. Altre istrioniche come il loro capo. Casaleggio, poi, è inquietante».
Alla fine, cosa salva della prima Repubblica?
«Il livello di preparazione delle persone era nettamente superiore. Si facevano errori, ma non c'erano gli improvvisatori di oggi».

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