Rabbia senza colore Manildo: «Dico basta»

Mercoledì 1 Luglio 2015
TREVISO - «Non possiamo che dire basta a queste misure d'urgenza». A Giovanni Manildo non è piaciuta per nulla la nota con cui ieri la Prefettura ha annunciato che i nuovi profughi in arrivo saranno collocati negli spazi pubblici delle città a causa della mancanza di altre sistemazioni. In primis nella stazione dei treni di Treviso. «La soluzione della stazione è palesemente inadeguata - sottolinea - pur essendo preferibile ai giardinetti come accaduto a Padova». In teoria si andrà avanti così solo per alcuni giorni. Ma la polemica monta. «Ancora una volta l'emergenza ricade sui Comuni - nota Manildo - mentre restiamo ancora in attesa di un incontro con Zaia che avevamo chiesto di vedere al più presto». Tutti i primi cittadini salgono sulle barricate. Carola Arena, sindaco di Mogliano, è netta. «La soluzione non può essere quella delle aree pubbliche: stiamo parlando di esseri umani - mette in chiaro - Zaia non può più continuare a sottrarsi al suo compito di coordinamento. Non è questione di partiti».
Più caustico Marzio Favero. «Siamo passati dall'abbandono silenzioso all'abbandono annunciato - è la frecciata che il primo cittadino leghista di Montebelluna lancia alla Prefettura - come si possono abbandonare delle persone nella speranza che qualcuno le adotti?. «È vergognoso che lo Stato svuoti le casse ai Comuni e adesso scarichi il problema sulle spalle degli stessi enti - incalza - se lo Stato abdica cosa ce lo teniamo a fare? Perché paghiamo le tasse?». Lui, che qualche giorno fa si era ritrovato una quindicina di profughi scaricati in stazione senza che nessuno sapesse nulla, sottolinea in ogni modo la mancanza assoluta di organizzazione. «Lo Stato abbandona i migranti e si affida alla divina provvidenza. Non bastava aver toccato il fondo: si continua a scavare. Siamo davanti a una diga e si pensa di fermare l'acqua con un dito. A questo punto è opportuna un'autoconvocazione dei sindaci per decidere come muoversi». I primi contatti verranno presi già da oggi.
«Quel che è certo è che non possono rispondere sempre gli stessi - evidenzia Pieranna Zottarelli da Roncade - la nostra comunità sta già dando ospitalità a 29 profughi. Non ritengo che debbano arrivarne altri. Il vero problema sta nella lentezza delle operazioni per il riconoscimento dello status di rifugiato. I primi 17 immigrati, ad esempio, sono arrivati qui nell'aprile del 2014».
Duro come sempre Riccardo Szumski. «Lo Stato stringe il cappio al collo dei Comuni, togliendo risorse e rapinando i territori, e poi chiede loro di prestare la prima accoglienza ai clandestini - sbotta il sindaco di Santa Lucia - . Che fossero incapaci era ormai noto ma anche a livello di immoralità e di sconsideratezza non siamo messi male. La nota della Prefettura lascia intendere che ci si deve attendere di tutto e a tutto l'amministrazione è pronta. Compresa una mobilitazione popolare».
Mauro Favaro

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