«Profughi? Qui non c'è spazio»

Venerdì 25 Luglio 2014
«Profughi? Qui non c'è spazio»
«A Codognè non c'è spazio per i profughi». Le parole del sindaco Roberto Bet non lasciano spazio ad interpretazioni e anche se non c'è al momento l'ufficialità della notizia che sia stata scelta l'ex caserma Maset per accogliere una parte dei duecento profughi destinati al Veneto, Bet chiarisce che «prima vengono i cittadini del mio comune e poi il resto del mondo». E non per razzismo, precisa, ma «anche per una questione di civiltà, come faccio a mettere delle persone in una caserma abbandonata e non utilizzata dagli anni Novanta dove il rischio che sia una zona altamente inquinata è reale?».
Inquinata e fatiscente. Chi c'è stato in sopralluogo sostiene che per renderla fruibile all'accoglienza dei profughi occorrano ben più di un pugno di giorni. «A Roma non sanno dove si trova -tuona il primo cittadino di Codognè- , in che condizioni sia e soprattutto ignorano che il Comune ci ha messo giornate di lavoro, progetti e risorse per avviare la realizzazione di una casa di riposo per anziani». Il protocollo d'intesa per trasformare l'ex caserma in residenza per anziani è stato siglato oltre un anno fa, nel marzo del 2013. Un'area di 78mila metri quadrati sui quali, in base all'accordo firmato, l'Agenzia del demanio avrebbe dovuto realizzare uno studio di fattibilità per la riqualificazione.
«In questi anni non ci hanno mai ascoltato e prestato attenzione -affonda Bet-. E ora da Roma il Governo vuole privare la comunità e i nostri anziani di un servizio necessario per darlo a chi viene qui e tra qualche giorno sarà oltre confine. Non è possibile operare in questo modo come dice il presidente Zaia sembra di essere in una Repubblica della banane». E manco a dirlo, i suoi concittadini la pensano esattamente come lui.
La notizia ha sbalordito gli abitanti di Codognè. Ieri nelle osterie, nei negozi e nei bar non si parlava d'altro. Non l'hanno presa bene e non nascondono la preoccupazione che la loro quotidianità possa essere stravolta dall'arrivo dei fuggiaschi. «Non si tratta di razzismo -ribadisce Bet- ma al contrario di senso di responsabilità e di tutela di chi vive in questi territori anche nei confronti di quegli immigrati che si sono integrati e che vivono qui da anni lavorando e pagando le tasse. Per questo -conclude- dico che il sindaco non ci sta per un semplice motivo: perché difende i suoi cittadini».

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