TREVISO - (P. Cal.) «Una cosa mi sento di dirla: per fortuna, in tempi come questi, non sono un sindaco». Vigilio Pavan, presidente dell'Associazione dei Comuni della Marca trevigiana, quando si affronta il tema dei profughi prima svicola con una battuta, poi si fa serio. Parla a margine dell'annuncio del trasloco dell'associazione dalla storica sede dell'ex Pime a Preganziol al Sant'Artemio, nell'elegante palazzina numero 7 nel parco dove ha sede la Provincia. «Ovviamente sto con i sindaci -premette- deve essere lo Stato a mettere a disposizione i palazzi di sua proprietà presenti nel territorio e ora vuoti. Non si può chiedere che siano i comuni a mettere gli immobili loro e chiedere anche un contributo per sistemarli. Queste cose le deve fare lo Stato». Per Pavan i sindaci sono rimasti soli ad affrontare una questione, l'ondata di profughi e la la relativa accoglienza, troppo grande per loro. «I sindaci non hanno strutture e se decidono di accogliere qualcuno possono solo sistemarlo in albergo spendendo 50 euro al giorno. Impossibile. È lo Stato che deve avere il coraggio di mettere a disposizione le proprie strutture. La Caritas sarebbe già pronta a prenderle in mano. Ma come: oggi sembra che non sia possibile aprire le porte di nessuna caserma dismessa, mentre qualche anno fa era il Governo stesso che invitava i comuni a comprarle».
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