«Noi studenti e Treviso due mondi ancora distanti» E Anna ora guarda all'estero

Giovedì 17 Aprile 2014
Vestito corto di pizzo color sabbia, capelli dai riflessi biondi sciolti sulle spalle, due occhioni da cerbiatta. Non è un'indossatrice pronta a sfilare in passerella ma il miglior studente della sessione di laurea in Commercio estero. Si chiama Anna Toffoli, ha 23 anni, vive a Sacile, ha una passione viscerale per l'economia.
Da dove proviene questo amore?
«In realtà è stata un'illuminazione tardiva. Inizialmente mi ero iscritta a Chimica».
Cos'è successo lungo la strada?
«L'abbondanza di notizie e input economici da radio, giornali, televisione e siti internet mi ha affascinato sempre di più finché ho capito che la mia strada era un'altra».
E ora lei è dottoressa e la migliore del corso. Quale tesi ha scelto?
«Una tesi sperimentale legata ai tre mesi di stage trascorsi a Lubiana in un importante centro di ricerca e sviluppo. Un polo che mette in connessione esperienze e conoscenze legate alla lavorazione del legno e all'arredamento made in Slovenia».
Cos'ha imparato a Lubiana?
«È stata un'esperienza straordinaria in cui ho approfondito, e anche proposto, nuovi modelli legati al marketing e al commercio internazionale. Un'esperienza formativa importante ».
E ora con la laurea in tasca che farà?
«Vorrei continuare a studiare. Aspetterò settembre e l'inizio del nuovo anno accademico e nel frattempo cercherò qualche occupazione. In ogni caso la specialistica vorrei farla all'estero».
L'Italia non le piace?
«Non è questo: apprezzo il mio Paese e la mia università, ma ho capito che è importante confrontarsi con realtà diverse soprattutto in momenti di crisi come quello attuale. Uscire aiuta a crescere».
I tre anni a Cà Foscari come sono stati?
«Bellissimi! Quello in Commercio estero in particolare è un ottimo corso, con ottimi professori e approfondimenti sia in economia che nelle lingue straniere e in diritto».
Nessuna nota negativa?
«S dovessi trovare una pecca sarebbe proprio quella dei tirocini: io li amplierei ancora di più sul versante italiano e su quello estero».
E il rapporto con la città? «Come accade spesso le città universitarie non interagiscono molto con gli studenti. Sembrano mondi separati. Quindi penso che gli sforzi del Rettore per cercare di coinvolgere i cittadini nelle feste di laurea o in altre iniziative e conferenze sia una buona idea. A maggior ragione a Treviso».
Perché?
«Ci sono realtà aziendali che lavorano bene inventando strade nuove. Gli incontri, i contatti, gli scambi tra studenti e aziende può generare frutti. Ne potrebbero trovar vantaggio in molti in futuro».
Qual è il sogno che lancerai al cielo insieme al cappello da laureata?
«Completare bene la specialistica magari tornando in Slovenia».