Muta: l'aiuto arriva da Ca' Foscari

Mercoledì 1 Aprile 2015
Lisa è una bambina di 7 anni che non riesce a parlare: un blocco dei muscoli facciali impedisce alla sua bocca di articolare i suoni. L'unica strada per non abbandonarla al silenzio è la Lis, la lingua italiana dei segni. Purtroppo, però, non c'è nessuno che gliela insegni. Tanto che sua mamma, Raffaella, è costretta a pagare di tasca propria una mediatrice affinché segua Lisa, giunta all'ultimo anno di una materna parrocchiale, per almeno 4 ore al giorno. E il conto, tra una cosa e l'altra, arriva addirittura a 1.200 euro al mese. Il servizio potrebbe essere garantito dall'Usl di Treviso. Ma qui nascono i problemi. Così gravi che hanno spinto la famiglia di Paese a rivolgersi al Tar e, da ultimo, pure a Striscia la Notizia.
Il nodo sta nel fatto che tocca proprio all'Usl dare il via libera all'affiancamento di Lisa a scuola da parte di un mediatore Lis pagato con fondi pubblici. E questo okay non è mai arrivato. «La Lis è un linguaggio vero e proprio -ha sottolineato Luigi Gardellini, responsabile del servizio età evolutiva dell'Usl, all'inviato del tigì satirico di Canale 5, il mago Casanova- in una persona con queste difficoltà può creare un'interferenza».
Tradotto: con l'uso della Lis una persona non sorda, com'è Lisa, potrebbe non essere spronata a provare a parlare normalmente. Nel frattempo, però, gli anni passano. «Senza Lis la bambina non comunica -mette in chiaro Raffaella- questo vuol dire farla finire nella demenza». «Il dramma -aggiunge- è che di fatto sono abbandonati tutti i genitori che non possono pagare 1.200 euro al mese, e non so noi per quanto ancora riusciremo. Non sono in grado di impegnare 15 mila euro per ricorsi al Tar. Tutto questo solo per tutelare bambini che vanno a scuola». Il rischio è che oltre ai piccoli siano ridotte al silenzio anche le loro famiglie. Per questo la mamma di Lisa ha scelto di parlare pubblicamente. E l'università di Venezia è con lei. «Le nostre esperienze -ha assicurato Chiara Branchini, docente di Ca' Foscari, ai microfoni di Striscia- ci dicono che non è vero che la Lis in situazioni di disabilità comunicativa non sprona i bambini all'uso della lingua vocale. Anzi, è proprio il contrario». Ora quello che non arriva dall'Usl 9 arriverà proprio da Ca' Foscari. «Accompagneremo la bambina con personale specializzato Lis sia a scuola che fuori -annuncia la Branchini- e lo faremo in modo gratuito per la famiglia. Ma serve una presa di responsabilità degli organi preposti». «Siamo favorevoli alla collaborazione con Ca' Foscari -ha concluso Giorgio Roberti, direttore generale dell'Usl 9- se ci mette a disposizione esperti qualificati può convenientemente integrare l'offerta che diamo ai cittadini». Oltre al lavoro gratuito dei tirocinanti, però, servirebbe anche quello dei mediatori Lis veri e propri. E per questo bisogna aprire il portafoglio.(((favarom)))

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