Michielon: «Sulle case Ater i problemi sono altri»

Lunedì 3 Agosto 2015
«Posso rassicurare il vicesindaco Grigoletto: il limite dei 25 anni di residenza non è anticostituzionale». Mauro Michielon, ex assessore al Sociale, si schiera con tutto il resto della Lega trevigiana a difesa del parametro che vincola a un lungo periodo di residenza l'attribuzione di otto punti nella compilazione delle graduatorie per accedere agli alloggi popolari.
«Durante il mio periodo di assessore - ricorda Michielon - il Ministero dell'Interno ci scrisse per avere dei chiarimenti sul limite dei 25 anni. Noi rispondemmo a tutte le domande, specificando che gli otto punti che assegnavamo con il parametro della residenza non erano indispensabili per ottenere il punteggio massimo. In pratica anche senza quei punti sarebbe comunque stato possibile prendere il massimo. Senza quel parametro però il numero di stranieri presenti in graduatoria sarebbe molto ma molto più alto rispetto a quello dei trevigiani, cioè i cittadini che hanno sempre pagato tasse e contributi per ottenere questi servizi».
Michielon porta anche un altro argomento a sostegno del criterio della residenza: «Dopo le nostre risposte, il Ministero non si è più fatto sentire. E, elemento non secondario, non abbiamo mai avuto un solo ricorso».
Altro punto: affitti e contributi. «C'è una cosa che avrei voluto fare senza, però, averne avuto il tempo. Rimediare a una contraddizione: c'è chi ha un alloggio Ater ad affitto minimo, 20 euro al mese, e gode anche di contributi sotto forma di aiuti economici, oppure buoni scuola e contributi per pagare le bollette. E c'è chi invece, pur avendone bisogno, non riesce a entrare nelle graduatorie Ater e non riesce a ottenere alcun sostegno economico. Piuttosto che pensare ai 25 anni di residenza, mi concentrerei su questo».

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