Manildo cancella il Gay Pride a Treviso

Martedì 30 Giugno 2015
TREVISO - (zan) «Al momento pensiamo ad affrontare questioni di estrema urgenza e che i cittadini ci chiedono: viabilità, piano degli interventi solo per fare alcuni esempi. Ci sono poi famiglie che non arrivano a fine mese, dobbiamo incentivare l'occupazione e fare i conti con l'emergenza casa». Insomma, per il sindaco Giovanni Manildo, la candidatura di Treviso per ospitare il Gay Pride del prossimo anno non è in agenda. Sono stati alcuni esponenti della maggioranza - i consiglieri comunali Tocchetto, Nieri (Pd) e Chaibi (Sel) oltre a Luigi Calesso (Impegno civile), ad annunciare di voler sottoporre la proposta alla giunta. Il primo cittadino sottolinea di non aver ricevuto, ad oggi, alcuna richiesta in tal senso. In ogni caso taglia corto: «Non siamo assolutamente convinti che vi sia un effettivo interesse a organizzare nella nostra città una manifestazione di questo tipo». Tanto più, sottolinea, che l'amministrazione ha già fatto molto in tema di diritti civili, dal registro dell'unioni civili alla cittadinanza per i bambini stranieri nati in Italia «dimostrando la discontinuità con il passato».
Ad esprimere la contrarietà delle opposizioni è Giuseppe Basso: «L'amministrazione e la maggioranza, più che al Gay Pride, farebbero bene a pensare ai tanti trevigiani senza lavoro o alla famiglie in difficoltà - rimarca il capogruppo della Lista Gentilini -. Sia chiaro, noi siamo per la famiglia tradizionale, ma non abbiamo nulla contro gli omosessuali se, come gli etero, vivono la loro sessualità in privato. Quello che non va sono queste spettacolarizzazioni. Per di più, mi pare che si voglia portare qui la sfilata solo per infastidire Gentilini».

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