Lui è sempre stato sicuro «La coscienza è a posto»

Giovedì 2 Aprile 2015
ODERZO - Lui, Sandro Magro, non sapeva nulla della richiesta di archiviazione. Ad informarlo siamo stati noi del Gazzettino. «No - ammette con semplicità - non so ancora niente. Comunque vi chiedo di non scrivere più nulla di me. Ho sempre saputo di non aver fatto nulla di male, tutto qua». Poche parole cortesi, una telefonata brevissima. Dalla quale però traspare il sollievo, avvalorato dalla consapevolezza di aver agito solo a fin di bene. Quegli spari in aria erano stati esplosi solo per mettere in fuga i ladri che avevano tentato di entrare nella casa di una vicina, una donna che vive sola, per di più anziana.
L'imprenditore di Faè è stanco di questa vicenda, è un uomo tranquillo e tutt'altro che avvezzo a stare sotto ai riflettori. A sostegno dell'imprenditore è nato pure un movimento spontaneo. In pochi giorni i promotori hanno raccolto oltre tremila firme, proprio per chiedere l'archiviazione. A difesa di Sandro Magro si era pronunciato anche il sindaco Pietro Dalla Libera, che di mestiere fa l'avvocato.
«Abbiamo saputo di questa richiesta di archiviazione - dicono i promotori del movimento "Io sto con Sandro Magro" - e non possiamo che esserne soddisfatti. Ci pare la logica conseguenza di un'azione commessa con l'intenzione di sventare un furto. Ci saremmo ben stupiti se questa richiesta non ci fosse stata. Siamo nel contempo convinti che tutto quanto avvenuto meriti una profonda riflessione. Il caso di Sandro Magro ci deve far riflettere: se dei ladri assaltano un'altra abitazione e il proprietario spara in aria per metterli in fuga, che si fa? Si apre un altro fascicolo in Procura? Se poi accade un altro evento simile, che cosa facciamo, continuiamo ad aprire fascicoli? Non è invece forse il momento di attivarsi per difendere i cittadini? Le famiglie, le aziende hanno diritto alla loro serenità. L'obiettivo della raccolta di firme era di far riflettere su questi aspetti. Bisogna fare in modo che non ci sia la necessità di sparare in aria o di chiedere il porto d'armi. Le famiglie domandano sicurezza» concludono i promotori della raccolta di firme.
Annalisa Fregonese

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