Lo sconfitto: «Ho guardato troppo avanti ma non mi pento»

Sabato 26 Luglio 2014
TREVISO - (zan) Guido Pomini ieri pomeriggio si è concesso un giro in città. Nelle sue parole la delusione è palpabile ma non sovrasta la consueta signorilità: «Cosa è successo? - riflette -. Si sono palesate una seconda candidatura e due visioni su cosa e su come fare associazione nei prossimi cinque anni. Il consiglio ha scelto quella di Salvadori. Tutto qui».
Per Pomini, in fondo, le differenze tra le due strategie non erano poi così marcate: «Anche perché davanti abbiamo uno scenario piuttosto chiaro. Io ho sostenuto che il futuro passa attraverso la corretta conoscenza del passato, ma soprattutto del presente, e che bisogna mixare le anime più all'avanguardia del nostro settore, come i giovani o i kibs (le imprese di servizi avanzati, ndr), con i segmenti più tradizionali. C'è invece un'inevitabile diversità di metodo e di approccio». L'ormai ex leader non condivide, pur accettandola, la critica di aver trascurato i problemi quotidiani dei commercianti classici: «Forse ho sottovalutato gli effetti di guardare troppo in là. Nell'impresa, se sei troppo indietro, muori, ma anche se sei troppo avanti, muori ugualmente. Resto convinto che portarsi a casa chi, magari per ragioni d'età, ha nuove competenze e visioni orientate al futuro sia un grande vantaggio anche per chi è tradizionale. Davo per scontato che, come l'ho capito io, che sono un commerciante del settore più tradizionale, la moda, potessero capirlo ed accettarlo tutti gli altri. Così non è avvenuto».
Pomini riconosce che le indiscrezioni sulla candidatura Salvadori, nei giorni scorsi, l'hanno sorpreso, ma ritiene inadeguato il meccanismo elettorale previsto dallo statuto: «Dà la possibilità di candidarsi fino all'ultimo istante. Sarebbe meglio che le candidature venissero presentate per tempo, consentendo un confronto, e poi un voto, su programmi e idee, che certo non si possono articolare in cinque minuti di discorso». Assicura che continuerà il suo impegno all'interno dell'Ascom come presidente provinciale di Federmoda: «Torno a fare il mestiere che ho scelto a 22 anni e che mi è sempre piaciuto moltissimo. E poi, in famiglia, ho un altro "lavoro" importantissimo (un figlio piccolo, ndr)».

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