L'opposizione non fa sconti ma sulla pedonalizzazione la maggioranza si compatta

Sabato 26 Luglio 2014
TREVISO - (P. Cal.) Se la pedonalizzazione della città deve nascere dalla condivisione il primo passo non è stato dei migliori. La minoranza non solo si è sfilata, accusando l'amministrazione non aver mai dato una possibilità reale di condividere qualcosa, ma ha proprio disertato il voto in segno di protesta. E così il progetto che dovrebbe cambiare il volto della città è passato con 17 voti dei consiglieri di maggioranza chiamati a votare davanti ai banchi vuoti dell'opposizione.
Per tre ore sono volate bordate pesantissime. I due schieramenti non si sono risparmiati niente. Tra accuse di volere uccidere un centro storico già in grosse difficoltà: «Procedete come la vostra linea politica - ha ironizzato Andrea De Checchi di Ncd - : a un malato in agonia applicate l'eutanasia»; e repliche al curaro ricordando gli ultimi vent'anni in cui per il centro è stato fatto poco o niente. Anche il sindaco Giovanni Manildo, solitamente propenso alla mediazione, si innervosito e a chi lo accusava di portare avanti un progetto contro la città ha replicato: «Mi fa ridere sentire parlare di responsabilità chi, per vent'anni e con tutte le possibilità per fare qualcosa a disposizione, ha scelto di non fare niente». Ad assistere un pubblico eccezionalmente folto, composto per lo più da commercianti del centro preoccupati o solo curiosi di sapere come sarebbe andata a finire. E sono stati fuochi d'artificio. Sandro Zampese (Lega) ha parlato di «una pedonalizzazione bluff», realizzata «tenendo all'oscuro i cittadini, i consiglieri di minoranza e anche qualche consigliere di maggioranza». Affilato e tagliente Riccardo Barbisan (Lega) che si è dilungato su una «delibera scritta con i piedi» e sull'idea di chiudere Piazza Rinaldi per lasciarla vuota: «Piuttosto di vederla così meglio il parcheggio». Mario Conte (Lista Gentilini) ha accusato di aver preso come riferimento Lucca «Città dove i negozi chiudono a causadella pedonalizzazione». Gli animi si sono scaldati fino al momento del voto quando la minoranza si è alzata andandosene.

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