Sindaco, i vescovi trevigiani dicono che bisogna saper accogliere i profughi altrimenti non si è buoni cristiani.
«Se vanno avanti così non si devono stupire di avere le chiese sempre più vuote. Mi piacerebbe tanto che chi scrive certe cose, i vescovi come la Boldrini, fosse venuto a vedere quello che accadeva a Quinto».
Una protesta che ha però assunto anche toni molto violenti.
«Vero e mi sono subito dissociato da certi episodi, condannandoli senza mezze misure. Buttare a terra il cibo è stato un atto pessimo. Ma non ho ancora sentito i preti condannare quei migranti che, a Eraclea, hanno gettato in strada pranzi interi. È vero che bisogna porgere l'altra guancia, ma io le ho finite».
I vescovi predicano la carità cristiana.
«Ma la carità cristiana non può più affiancare le scellerate scelte di accoglienza di questo governo. Io mi faccio in quattro per andare a salvare una persona che fugge da persecuzione e guerra, ma siamo sicuri che chi arriva qui lo sta facendo per questi motivi? E poi, se vuole veramente dare un contributo, il vescovo metta pure a disposizione dei profughi il seminario, visto che è vuoto».
Il presidente Boldrini ha detto che i trevigiani non conoscono la storia di queste famiglie di profughi.
«Appunto. Mi deve spiegare dove ha visto le famiglie di profughi a Quinto. Erano tutti ragazzi in gran forma. Sempre che quei ragazzotti non fossero omosessuali e quindi famiglie per questo governo che vuole introdurre i matrimoni gay. Se non è così, di famiglie non se ne sono viste».
Il mondo cattolico tira le orecchie a voi sindaci: i vescovi fanno capire che non aiutate abbastanza.
«Tutti i sindaci, sia di destra che di sinistra, sono concordi su un concetto: siamo disponibili a dare un mano, a patto che il problema non venga completamente scaricato sulle nostre spalle. E Matteo "Menzogna" (Renzi ndr) annuncia anche che vuole togliere le tasse sugli immobili, quelle che vanno ai comuni. Lo faccia e non mi resterà altro che agire come la Provincia: mettere in liquidazione tutto».
Lei è un esponente della Lega, movimento politico accusato di aver fomentato la rivolta dei residenti.
«No. Ho invece collaborato con le forze dell'ordine e andavo nelle palazzine per calmare gli animi. Questo ho fatto».
Paolo Calia
«Se vanno avanti così non si devono stupire di avere le chiese sempre più vuote. Mi piacerebbe tanto che chi scrive certe cose, i vescovi come la Boldrini, fosse venuto a vedere quello che accadeva a Quinto».
Una protesta che ha però assunto anche toni molto violenti.
«Vero e mi sono subito dissociato da certi episodi, condannandoli senza mezze misure. Buttare a terra il cibo è stato un atto pessimo. Ma non ho ancora sentito i preti condannare quei migranti che, a Eraclea, hanno gettato in strada pranzi interi. È vero che bisogna porgere l'altra guancia, ma io le ho finite».
I vescovi predicano la carità cristiana.
«Ma la carità cristiana non può più affiancare le scellerate scelte di accoglienza di questo governo. Io mi faccio in quattro per andare a salvare una persona che fugge da persecuzione e guerra, ma siamo sicuri che chi arriva qui lo sta facendo per questi motivi? E poi, se vuole veramente dare un contributo, il vescovo metta pure a disposizione dei profughi il seminario, visto che è vuoto».
Il presidente Boldrini ha detto che i trevigiani non conoscono la storia di queste famiglie di profughi.
«Appunto. Mi deve spiegare dove ha visto le famiglie di profughi a Quinto. Erano tutti ragazzi in gran forma. Sempre che quei ragazzotti non fossero omosessuali e quindi famiglie per questo governo che vuole introdurre i matrimoni gay. Se non è così, di famiglie non se ne sono viste».
Il mondo cattolico tira le orecchie a voi sindaci: i vescovi fanno capire che non aiutate abbastanza.
«Tutti i sindaci, sia di destra che di sinistra, sono concordi su un concetto: siamo disponibili a dare un mano, a patto che il problema non venga completamente scaricato sulle nostre spalle. E Matteo "Menzogna" (Renzi ndr) annuncia anche che vuole togliere le tasse sugli immobili, quelle che vanno ai comuni. Lo faccia e non mi resterà altro che agire come la Provincia: mettere in liquidazione tutto».
Lei è un esponente della Lega, movimento politico accusato di aver fomentato la rivolta dei residenti.
«No. Ho invece collaborato con le forze dell'ordine e andavo nelle palazzine per calmare gli animi. Questo ho fatto».
Paolo Calia