L'amarezza dei colleghi «Lui? Un ottimo agente»

Mercoledì 6 Maggio 2015
«Un poliziotto modello, cadiamo tutti dalle nuvole». Un uomo pacifico, un buon agente: colleghi della questura sotto choc per l'arresto di Ivano Torresan. Che fossero in corso accertamenti a suo carico non era un mistero, tanto che dall'Ufficio immigrazione era stato trasferito da parecchio tempo. Ma le accuse contestate, associazione per delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina, corruzione e falso, e soprattutto la misura cautelare della carcerazione, hanno creato all'Appiani sconcerto e perplessità. Trevigiano di 52 anni, l'assistente capo Torresan aveva iniziato fuori regione il suo percorso in polizia, nella Polstrada. Si era sposato una prima volta, poi si era separato ed era rientrato nella Marca, dove aveva prestato a lungo servizio nelle Volanti. Si era risposato nel 2008, costruendosi una famiglia. Sul fronte professionale, era seguita una breve esperienza alla Squadra mobile, che aveva lasciato quasi subito per l'Immigrazione. Nel maggio 2013 le prime avvisaglie che qualcosa non andava nella sua condotta: era stato quindi trasferito al corpo di guardia di Questura e Prefettura. E contestualmente erano scattate le indagini che nelle ultime settimane hanno preso una piega ben più seria di quello che tutti, in Questura, potevano sospettare. Ieri, l'epilogo con l'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare.
Carcerazione eccessiva, secondo il segretario regionale del sindacato di polizia Sap, Gino Balbinot: «Non conosco a fondo i fatti -commenta- e capisco che il reato di associazione per delinquere lo preveda, ma già altre volte in passato verso dei poliziotti si sono adottati provvedimenti esagerati. Difficile ipotizzare dopo tutto questo tempo un pericolo di fuga o di inquinamento delle prove». Colpito anche Berardino Cordone del Coisp: come Balbinot, ha avuto modo negli anni di lavorare spesso fianco a fianco con Torresan. «La notizia del suo arresto ci ha sconvolti: siamo tutti a terra, tutti demoralizzati -dice- Non ci resta che sperare che si sia trattato di un errore: è già capitato in passato, proprio a Treviso, che un collega sia stato assolto dalle accuse che gli venivano mosse. Torresan è sempre stato un ottimo operatore, nessuno di noi si aspettava una cosa del genere».

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