Il numero due vede la luce: «Il malato risponde bene»

Giovedì 30 Ottobre 2014
TREVISO - (P. Cal.) «La storia dell'erosione del nostro patrimonio è ridicola, stiamo parlando di una cifra che supera i 400 milioni di euro». Ulderico Bernardi, vice presidente della Fondazione, è rassicurante. Dal febbraio 2013 a oggi la situazione di Cà Spineda non è peggiorata, ed è già un ottimo risultato. Per certi aspetti è invece migliorata. E lo testimonia il patrimonio di 400milioni di euro, che però diventano 200 al netto dei debiti, segno che una base sostanziosa da cui partire c'è. «È tutto sotto controllo - continua - in un anno abbiamo lavorato bene facendo i tagli necessari e diversificando ancora di più le nostre risorse. In questo modo aumentaremo il reddito. Diciamo che il paziente è ancora malato ma perché risente della febbre che ha colpito Unicredit. Detto questo non si può nascondere che sia sicuramente sta rispondendo bene». Bernardi è allineato con De Poli quando indica nel patrimonio immobiliare la via verso la salvezza: «Nessuna Fondazione in Italia ha un patrimonio come il nostro - rivendica quasi con orgoglio - e poi bisogna anche guardare al risultato degli investimenti, i nostri debiti sono legati esclusivamente alle operazioni fatte per arrivare a risultati concreti. La Fondazione, in questi anni, ha dato alla città il Teatro, l'Università, Cà dei Carraresi, per non parlare di quanto fatto nel resto della provincia. Tutte cose tangibili, concrete». Ma la riconoscenza di una comunità non basta a produrre bilanci in attivo: «Chissà che prima o poi riprendano a crescere i dividendi di Unicredit, passare da 25 milioni all'anno a uno o poco più è stato complicato. E confidiamo anche che si muova il mercato immobiliare da dove potrebbero arrivare importati risposte». Rimane il nodo rappresentato dalla società Appiani 1. La Cittadella delle Istituzioni ha dato sedi nuove e funzionali e istituzioni come Questura, Guardia di Finanza e prossimamente, anche se le cose procedono ancora con grande lentezza, la darà anche alla Prefettura. Ma rimane un buco nero con un debito importante da rimborsare: «Purtroppo sull'Appiani pesa l'infelice situazione legata al rapporto turbolento con la Camera di Commercio. Più che parlare di debito parlerei di un mancato reddito. E, a conti fatti, non è una cosa da poco».

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