Giampaolo Cagnin, insieme con Daniela Rando e Pier Angelo Passolunghi è il

Martedì 8 Luglio 2014
Giampaolo Cagnin, insieme con Daniela Rando e Pier Angelo Passolunghi è il più noto e valente studioso del Medioevo trevigiano, ha scoperto un apocrifo cristiano del XIV secolo. In termini tecnici si tratta di una "vacchetta", un libro di conti, un registro di atti notarili e documenti simili. Ora lo studio di Cagnin è disponibile con la pubblicazione "Il frammento di Postioma di apocrifo cristiano in lingua volgare del secolo XIV". Il titolo sembra mettere distanza tra il lettore e il testo. E una parte di verità c'è. Perché la ricerca archivistica, l'analisi esterna del manoscritto, la definizione di apocrifo lo lasciano intendere. Ad attirare l'attenzione dello studioso trevigiano è, infatti, un passo del vangelo pseudo Matteo frammisto ad altri testi che nulla hanno a che vedere con il discorso religioso.
Ma la ricerca è soltanto quasi un pretesto per descrivere un angolo di mondo trevigiano tra XIII e XIV secolo, al tramonto cioè del Medioevo. Siamo a Postioma, importante pieve retta da prete Leonardo dal 1389 al 1409 all'inizio della seconda dominazione veneziana. Leonardo non è soltanto uno di quei sacerdoti fatti per forza di miseria, ma un uomo con una sua cultura, che fa anche il notaio e dispone di una piccola biblioteca. Che panorama emerge dalle aride pagine del manoscritto? Che quel mondo che pensavamo chiuso e refrattario alle ingerenze esterne è, invece, ricco di apporti “forestieri” come testimoniano i friulani residenti nella pieve di Postioma. L'istruzione, pur minimale, non è assente perché in canonica prete Leonardo possiede una piccola aula dove erudisce alcuni fanciulli, gli “zaghi” che avrebbero potuto intraprendere la carriera religiosa, a leggere scrivere. E se non ci fosse stato il clero in quei secoli di istruzione popolare sarebbe inutile parlare. Si scopre anche che in quel crocevia stradale fra la antica Postumia e la Feltrina esiste un ospedale chiamato dell'Aceto attivo, almeno sembra, dal 1166 in contrada di S. Elena con una chiesetta dedicata alla santa omonima e un prete. E poi, passando in campo civile, si arriva a conoscere la composizione proprietaria. Pochi padroni e tutti nobili o ecclesiastici che alla “roba” tengono più che ai propri figli o genitori, come avrebbe scritto due secoli più tardi Machiavelli. Ecco gli Emo, i Soranzo, l'ospedale veneziano dei santi Pietro e Paolo, il Capitolo dei canonici della cattedrale di Treviso, perché essere canonico è sì una dignità ecclesiastica, ma conta ancora di più perché comporta un bel gruzzolo derivante dal beneficio connesso alla carica.
Cagnin spiega poi chi amministra il paese, cioè il meriga, che sarebbe più o meno il sindaco di oggi con un consiglio (vicinìa) composto dai capifamiglia. Ecco poi i cambiamenti sociali che arrivano con il 1339 quando, con la prima dominazione veneziana, si introduce la “podesteria”, l'unità amministrativa retta dal nobile ovviamente veneziano chiamato podestà. Quindi i contrasti per lo sfruttamento delle “guizze”, i beni comuni cui poteva attingere gratuitamente la popolazione; il ruolo dell' “armamentario”, la persona che sorveglia tutti gli animali della pieve nel pascolo collettivo. Questa abitudine ha regole ben precise e funziona da San Gregorio a San Andrea, cioè dal 12 marzo al 30 novembre; perché nel mondo contadino il calendario è regolato dalle feste dei santi e non dai giorni civili. Vi è un pozzo pubblico da cui sono derivati i toponimi ancora vivi oggi di Posnovo (Puteus novus) e Posbon (Puteus bonus); e l'osteria è un piccolo supermarket con qualche oste che conosce anche il latino.

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