Dalle vecchie osterie ai mercati glamour: la grappa conosce il suo rinascimento

Lunedì 4 Maggio 2015
In questa zona ha sede la gran parte delle distillerie di maggior prestigio e dimensioni.
«Dal 2008 la crisi ha portato un calo dei consumi di quasi il 20%, solo in parte compensato dalle esportazioni -spiega Graziano Freschet, presidente del gruppo Distillati e liquori di Unindustria Treviso, che associa nove imprese produttrici di grappa- Ma c'è stata una selezione sul mercato e gli sforzi verso una maggiore qualità iniziano a essere riconosciuti. Grazie a prodotti più delicati e morbidi, sempre più donne e giovani si avvicinano: è una moda soprattutto all'estero, dove la grappa è considerata un tipico esempio di made in Italy». Quasi il 40% della produzione trevigiana prende la via d'oltreconfine: «Lo zoccolo duro rimangono Germania, Austria e Svizzera. Ma sono in crescita i paesi scandinavi, l'Europa dell'Est, gli Stati Uniti e anche la Cina e l'Estremo Oriente».
Note dolenti, il rincaro delle accise e il mancato riconoscimento regionale delle distillerie come imprese di trasformazione agroalimentare, categoria che permetterebbe di accedere a fondi europei. «Difettiamo ancora di una promozione commerciale strutturata, soprattutto verso l'estero -rimarca Freschet- Stiamo lavorando perché le aziende facciano sistema e abreve potrebbe prendere vita un consorzio di tutela».

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