Crono Doc: pioggia di emozioni

Domenica 24 Maggio 2015
L'attesa crono del Prosecco va al bielorusso Vasili Kiryienka. Una marea di folla, oltre 150mila persone, appena ostacolate dal maltempo, ha regalato una grande cornice alla 14. tappa del Giro d'Italia, 59.4 km da Treviso a Valdobbiadene. Per la maglia rosa il cuore voleva Fabio Aru, ma l'esito appariva scontato già al via e nonostante il sardo avesse il vantaggio di partire per ultimo, in virtù della maglia rosa conquistata a Jesolo, la ragione suggeriva Alberto Contador. Ed è andata così, con il "pistolero" che s'è ripreso il primo posto nella generale ad appena 24 ore dalla trappola di Jesolo e con il sardo che ha dato conferma ai timori sorti alla presentazione del Giro, vista la struttura di questa cronometro: i valori (e le differenze) attuali tra i due stanno nel risultato di oggi, nessun rimpianto, il tempo è dalla parte di Aru in virtù della giovane età, oggi è il tempo di Contador in virtù di qualità alle quali Aru accederà più avanti.
Ha vinto dunque Kiryienka, bielorusso, medaglia di legno ai mondiali lo scorso anno che con la sua eccezionale prestazione, in testa a tutti gli intertempi, ha movimentato il pomeriggio uggioso, a tratti decisamente piovoso di Valdobbiadene. Prima dell'arrivo del bielorusso erano sfilati tra le fotocellule uomini che per ragioni di squadra o per scelta personale dovevano semplicemente chiudere la pratica, arrivare salvando le gambe in proiezione delle montagne oppure rimanere in gara senza finire fuori tempo massimo per continuare a garantire il lavoro al team di appartenenza. Kirienka s'è seduto sulla "hot seat" la poltrona bollente cui s'accomoda il leader momentaneo, fino al momento del termine della gara: accanto a lui un valzer di piazzati ma nessuno è stato in grado di batterlo. Qualche brivido ha scosso il glaciale Vasili quando dalla mole di numeri s'è stagliata prima la grande prova di Luis Leon Sanchez e poi quella di Alberto Contador, ma il pericolo s'è schiantato a 12" e a 14" per un podio che dà l'oro a Kiryienka, l'argento a Sanchez e il bronzo a Contador.
Aru, come detto, ha fatto quello che poteva e ha la coscienza più che a posto. Ha patito più del rivale il freddo (cosa già vista a Vicenza con qualche preavviso a Imola) e ha destato l'impressione di non essere a suo agio sotto l'acqua battente: Contador pennellava le curve, Aru le aggiustava, lo spagnolo impostava una traiettoria, Aru prendeva le misure un paio volte. Ma tutto ciò è frutto di una giornata così così, Aru rimane il nostro giovane talento per eccellenza che sta crescendo prendendo le sportellate che si beccano quando si gareggia con Contador, uomo che qualche Giro, Tour e Vuelta li ha già vinti.
La Marca ha fatto (con le debite proporzioni) la sua parte, migliore di tutti Manuele Boaro (1h20'45" a 2'53" dal vincitore) tempo migliore anche di Fabio Aru. «Ho corso questa cronometro regolare -ha detto l'uomo di San Zenone- Rimango ovviamente al servizio di Contador».
Valdobbiadene ha anche richiamato i nomi più in vista del ciclismo e dello sport in generale: all'arrivo si sono fatti notare Motta, Francesco Moser, Paolo Bettini, Maurizio Fondriest. E non poteva mancare Francesco Guidolin.
Anche una finestra verso i meno fortunati con l'arrivo di alcune hug bikes, le "biciclette abbraccio" simili a tandem con il quale il diversamente abile sta davanti e si gode la sensazione dell'aria e della libertà della bicicletta.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci