Buoni da 7,5 euro: ecco i mini jobs

Sabato 28 Marzo 2015
Disoccupati in difficoltà, carcerati da reinserire e persone che prestano attività socialmente utili. Sono tutte figure che a vario titolo lavorano per il Comune di Villorba. La giunta guidata da Marco Serena non ha messo a punto un sistema per erogare contributi in cambio di ore di volontariato ma ha esplorato ogni altra strada possibile per offrire un pò di lavoro. A cominciare dai mini-jobs. Sostanzialmente lavori pubblici, come curare aree verdi o effettuare interventi di piccola manutenzione, affidati ai residenti che faticano ad arrivare alla fine del mese. I pagamenti avvengono attraverso voucher da 7,50 euro netti all'ora. «C'è un regolamento e una graduatoria stilata direttamente dai servizi sociali - spiega il sindaco - quando ci sono dei lavoretti da fare, come la distribuzione di avvisi, moduli precompilati o cose simili, questi vengono assegnati a chi è in graduatoria». La lista è affollata di persone disoccupate, residenti con problemi di natura economica con figli a carico e così via. Negli ultimi mesi i mini-jobs sono stati affiancati da "Pala e piccone", progetto dal nome evocativo condiviso con il carcere di Treviso che consente a due detenuti di lavorare a Villorba per un periodo di sei mesi come fossero veri e propri dipendenti del municipio. Otto ore al giorno per cinque giorni la settimana. A costo zero per le casse pubbliche, se si escludono assicurazioni, rimborsi spese per i trasporti e buoni pasto. Il sistema funziona. Tra questi carcerati, ad esempio, c'è stato anche uno esperto di informatica che ha dato una mano a digitalizzare il settore dell'anagrafe. Poi ci sono anche qui i progetti di sei mesi, cofinanziati dalla Regione, per impiegare i residenti disoccupati attraverso le cooperative. Il tutto senza contare chi decide di convertire le multe in attività socialmente utili. E ora la giunta Serena potrebbe pure fare un pensierino all'introduzione di un sistema simile a quello inaugurato a Ormelle: contributi comunali in cambio di lavoro per il municipio. «L'idea è ottima - è la benedizione di Vigilio Pavan che guida l'Associazione dei Comuni della Marca trevigiana - nulla vieta di chiedere di fare volontariato per il Comune. L'importante è che chi lo fa sia assicurato». Sulle stessa linea Paolino Barbiero: «Ci sono già bonus per le bollette di chi è sotto la soglia di povertà - conclude il segretario dello Spi-Cgil - ma se si vuole dare qualcosa in più evitando di farlo a fondo perduto tanto meglio. Questo può anche consentire alle persone di rimotivarsi e di reinserirsi nel contesto sociale».

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