A un passo dal posto e poi la mazzata: «Va a un siciliano»

Mercoledì 3 Settembre 2014
TREVISO - (mf) È un'insegnante precaria da 14 anni. Negli ultimi è sempre stata a un passo dall'entrare in ruolo. Cioè dal diventare titolare della cattedra dei suoi sogni: quella di educazione fisica. «Ma ogni volta che sarebbe toccato a me - denuncia Anna Paola Vianello, docente di Roncade - sono puntualmente scivolata indietro nella graduatoria a causa dell'inserimento di insegnanti provenienti dal meridione». E così è andata anche la settimana scorsa alle nomine organizzate all'alberghiero Alberini di Lancenigo. «C'era in ballo una cattedra di educazione fisica alle medie - racconta - ma appena prima di me è arrivato un docente della Sicilia che non si è nemmeno presentato di persona all'assegnazione». Per prendersi il ruolo non è indispensabile. Basta una delega. Nemmeno portata da qualcun altro: è sufficiente inviare un fax con il quale si dichiara di accettare la cattedra. «Così ha fatto - incalza Anna Paola, negli anni già insegnante a San Biagio - nel 2007 ho speso oltre 3 mila euro per fare l'abilitazione Ssis a Padova. Doveva essere indispensabile. Ma poi ci è stato detto che non serviva a niente. Ormai succede sempre più spesso che docenti del meridione, che ottengono punteggi più elevati, vengano qui a prendersi il posto fisso e se ne vadano subito in aspettativa portandosi poi la cattedra in province del sud attraverso la richiesta di avvicinamento». Il posto a quel punto è di fatto personale. E se non viene realmente coperto, finisce nel calderone delle supplenze annuali a disposizione dei precari. Non è questo il caso, visto che l'insegnante che l'ha preceduta alla fine ha preso regolarmente servizio nelle medie in cui era stato nominato. Ma il fenomeno degli slittamenti in graduatoria per l'arrivo di docenti dal meridione è stato confermato anche dall'ormai ex capo dell'ufficio scolastico di Treviso, Giorgio corà. «Può accadere, perché solitamente gli insegnanti del sud, dopo la laurea, si concentrano sui corsi di aggiornamento per avere uno sbocco lavorativo - ha spiegato - tempo fa è accaduto che un docente ha preso il ruolo e dopo dieci giorni ha iniziato il dottorato. A quel punto gli studi sono stati pagati dallo Stato e lui, nel frattempo, ha mantenuto il posto. Queste regole, però, valgono per tutti». Anche se non mancano le proposte di modifica: «Va introdotto il criterio della residenzialità - è stata la proposta di Elena Donazzan, assessore regionale all'istruzione - nell'accettare il ruolo, l'insegnante precario deve assumere l'impegno e la responsabilità di restare almeno cinque anni nel territorio dove gli è stata assegnata la cattedra». Così i viaggi mordi e fuggi per firmare un contratto a tempo indeterminato sarebbero impossibili.
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