«Troppi in quella casa» sgombero per 9 su 15

Martedì 4 Agosto 2015
PAESE - Scatta lo sgombero per sovraffollamento della casa lungo la strada Castellana, vicino all'hotel all'Oasi, dove a metà giugno sono stati sistemati 15 profughi, su disposizione della prefettura ma senza che il Comune ne sapesse nulla. Il sindaco leghista Francesco Pietrobon l'aveva annunciato dopo le segnalazioni dei cittadini e i seguenti controlli della Polizia locale. E adesso è passato dalle parole ai fatti ordinando lo sgombero di 9 immigrati entro 72 ore. «Ci sono quindici persone ospitate in locali idonei al massimo per sei - spiega il primo cittadino - così vengono violate le disposizioni del regolamento edilizio e quelle igienico-sanitarie. La situazione è insostenibile». Per sei profughi, quindi, non ci sarebbero problemi. Ma 15 sono davvero troppi per il municipio. L'ordinanza è stata inviata ieri alla proprietà dell'immobile e alle due cooperative che gestiscono l'accoglienza, tra cui la Gea di Mestre, oltre che al nuovo prefetto Lega, al questore Cacciapaglia e al comando locale dei carabinieri. Se i nove immigrati considerati di troppo non verranno trasferiti altrove entro giovedì, scatterà lo sgombero coatto. «L'atto - spiegano dal municipio - si fonda sul regolamento edilizio, sul certificato di idoneità abitativa che indica in sei il numero massimo possibile di presenze e sulla comunicazione di lavori straordinari da parte della proprietà, risalente al 22 luglio, in cui si certifica la riduzione delle camere da letto da quattro a tre». Per Pietrobon non si poteva agire diversamente. Ai responsabili della cooperativa l'aveva detto fin da subito: «Gli abbiamo detto che qui, così, non possono stare». Chi segue l'accoglienza ha già rivelato al primo cittadino che con soli sei profughi si faticherebbe a far quadrare i conti per l'uso di quella casa. Ma per il Comune non cambia nulla. «Come ampiamente segnalato, non sussistono le condizioni igienico-sanitarie per una presenza così massiccia. Anzi, il sovraffollamento crea innumerevoli problemi, anche al vicinato - conclude Pietrobon - le soluzioni per l'accoglienza non devono creare disagi ai residenti. E non è possibile immaginare deroghe alle normative igienico-sanitarie solo perché così è stato deciso dalla Prefettura. Nessuno ci ha ascoltato. Quindi, nel pieno legittimo esercizio dei propri poteri, il Comune ha deciso di agire a tutela del rispetto della legalità».
Mauro Favaro

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