«Mai via da qui: piuttosto sui tetti»

Venerdì 31 Ottobre 2014
«Mai via da qui: piuttosto sui tetti»
«Noi da qui non usciamo: siamo pronti anche a salire sui tetti. Se Manildo manderà la polizia in antisommossa risponderà a un bisogno sociale con una porcheria etica e morale. Non lo accettavamo da Gentilini, figurarsi dall'amministrazione che ha conquistato il Comune anche cavalcando le nostre azioni». Nonostante sia di fatto scattato il conto alla rovescia verso lo sgombero, il collettivo Ztl non fa passi indietro: gli attivisti lasceranno l'ex caserma Piave occupata solo per traslocare. Cioè solamente se il Comune gli darà un altro posto dove andare. Altrimenti sarà resistenza passiva. «Basta promesse -chiariscono- siamo usciti di nostra spontanea volontà 9 volte su 12 occupazioni. Senza mai ottenere nulla». «Quando ci hanno sgomberato dall'ex Telecom, a gennaio dell'anno scorso, Manildo era in campagna elettorale -ricordano- allora disse che si era arrivati a tanto perché il Comune era rimasto spettatore. E adesso lui che fa?».
Negli ultimi giorni i ragazzi hanno alzato le barricate: tabelloni elettorali rivolti verso gli accessi dal parcheggio dell'Eden sostenuti da un ammasso di tavoli, scaffali e copertoni. Tutto materiale trovato all'interno dell'ex caserma, un tempo usata dal municipio come magazzino. L'eternit è ancora lì. Scoperto e sgretolato a due passi dal cancello che dà su via Monterumici e a pochi metri da case e scuole. Una ditta specializzata dovrebbe recuperarlo proprio oggi. «Se lo portano via -sottolinea Nicola Vendraminetto- è grazie a noi». Nel frattempo continuano i lavori di sistemazione della struttura. «Altro che a rischio crollo: l'ordinanza è stata fatta in modo preventivo contro le occupazioni -spiega Gaia Righetto- è stata scritta ad hoc, come quella dell'ex Filt Cgil. Abbiamo una perizia dell'ingegner Romeo Scarpa che dice che la caserma sarà anche da mettere a posto, ma non sta certo per crollare».
Sul fronte del mettere a posto, i ragazzi sono già avanti. La porzione di struttura occupata non sembra più quel rudere abbandonato nel degrado visto al momento dell'apertura dei cancelli. Il collettivo sta pulendo, tinteggiando e attrezzando diversi locali, dando vita a un'aula studio, una palestra, una sala per concerti e mostre e una ciclofficina. «Le porte sono aperte a tutti -conclude il collettivo- domani, in particolare, inviteremo la cittadinanza a vedere com'è la situazione e a lavorare assieme per sistemare al meglio. Invitiamo formalmente anche Manildo e Grigoletto. Davanti a un segnale positivo da parte del Comune saremo pronti a togliere immediatamente le barricate. Ma non usciamo da qua e non accetteremo i manganelli a capo chino».

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