«Forse ci sono dei resti di guerra» Poi arriva il medico e scopre la verità

Venerdì 24 Aprile 2015
POSSAGNO - I primi a prendere contatto con la realtà sono stati Aurelio Tommasi, direttore del Suem di Crespano e il figlio Matteo, anche lui medico della struttura sanitaria. La chiamata è arrivata alle 13.58 e parlava del ritrovamento di alcune ossa. Dice Aurelio Tommasi: «Subito pensavo si trattasse di alcune ossa che la terra restituiva magari di qualche soldato morto in guerra, perché da queste parti è successo già altre volte. Ma quando siamo arrivati lì è stato subito chiaro che la faccenda era molto diversa». Anzi, era un vero giallo: «Il cadavere bruciato si trovava a testa in giù. Abbiamo capito che si trattava di un uomo solo quando l'abbiamo girato. Sicuramente un europeo, almeno dai tratti somatici». Il corpo era completamente bruciato, comprese le mani. Un particolare interessante: chi gli aveva dato fuoco sapeva che dalle impronte gli inquirenti sarebbero potuti risalire alla sua identità. «Sarà stato alto 1,70 forse meno -spiega Tommasi- e sull'addome aveva 3 o 4 tagli, come dei colpi inferti con un coltello o un'arma da taglio. Il cranio era fracassato, probabilmente con un masso lasciato lì vicino. Secondo me potrebbero averlo portato sul posto già morto per poi bruciarlo con del gasolio, liquido di cui c'erano tracce vicino al cumulo di sassi. Dal petto però dovrebbe essere possibile estrarre dei tessuti da analizzare». Ed è quello che farà il medico legale all'obitorio di Treviso dove il cadavere è stato portato dall'agenzia funebre di Thomas Brotto.

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