Turni di lavoro massacranti Netturbini sul piede di guerra

Lunedì 14 Dicembre 2015
Turni di lavoro massacranti Netturbini sul piede di guerra
(A.Luc.) Gli operai di Ecoambiente chiedono di essere ascoltati. Con una lettera i sindacati Cgil, Cisl Fit, Uil Trasporti, Ugl e Fiadel chiedono all'amministrazione della società per la gestione dei rifiuti di discutere insieme ad un tavolo di contrattazione di importanti decisioni che dovranno essere prese per il 2016. Già in primavera la situazione era diventata incandescente e all'orizzonte si paventa un nuovo stop in cui i lavoratori incroceranno le braccia.
«Preme ricordare che la dichiarazione dello stato di agitazione inviata in primavera, che ha poi portato a un periodo di astensione dallo straordinario, non è mai stata ritirata visto che i punti sopra erano la motivazione della protesta. Conseguentemente si dichiara sin d'ora che, in caso di mancata risposta alle richieste sopra elencate, saranno attivate tutte le iniziative di lotta previste dalla legge», minacciano i sindacati.
La raccolta del secco, del verde e della carta vanno riviste perché «sono ancora gestite per la maggior parte con i bidoni, comportando un rischio da movimentazione dei carichi non rispettoso della normativa vigente. il lavoratore è inoltre costretto a sollevare il sacco per aiutarsi mettendo una mano sulla parte inferiore, motivo di rischio per ferite da taglio o da ago, oltre che da possibile contaminazione da liquidi. Si tenga presente inoltre che la scelta di portare la raccolta settimanale del secco ogni 15 giorni ha determinato un aumento del rifiuto per utenza e del singolo sacco a raccolta».
A spaventare i sindacati sono inoltre le condizioni di lavoro durante l'estate che, specialmente per quella che si è conclusa pochi mesi fa, ha messo a serio rischio la salute dei lavoratori operando nelle ore più calde del giorno. La richiesta, quindi, si focalizza su una modifica degli orari di lavoro, eliminando il turno pomeridiano da giugno a settembre.
Basta raccolte nei giorni festivi senza un adeguamento del compenso attraverso l'erogazione degli straordinari. Gli orari di lavoro oltre la quota massima prevista del contratto sono ormai diventati una prassi, secondo i sindacati, per cui la richiesta è quella di rivedere le tabelle delle ore e riavvicinarsi alle 36 previste.
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