TROMBINI

Giovedì 18 Dicembre 2014
TROMBINI
Primo consiglio provinciale, terzo dell'era Trombini, oggi alle 12.30 all'ombra delle deleghe nero su bianco ai sindaci consiglieri.
L'ente, a questo punto, può aprire la sua attività a tutti gli effetti dopo il colpo d'ala del presidente Marco Trombini sulle nomine che ha spiazzato ancor più il centrosinistra, il quale, già maggioranza non lo era più, visto che il vice presidente nominato, Vinicio Piasentini, aveva dato il benservito al partito di Julik Zanellato.
Fondale disegnato, parti assegnate. Che lo spettacolo abbia inizio. Oggi dovrebbero mancare un paio di consiglieri, Davide Diegoli e Ivano Gibin per motivi personali. L'aula di Palazzo Celio non sarà il palcoscenico ideale, ma ci sono da "pesare" le direttive di partito in casa Pd. Daniele Grossato, che dovrebbe affiancare Michele Domeneghetti in Turismo e Promozione territoriale, ha fatto sapere a Trombini di essere in una fase di riflessione. Giorgio Grassia si sarebbe già smarcato e Diegoli, come detto, non ci sarà.
Quindi cosa si aspetta, presidente? «Per la verità, non granché - risponde Trombini -. Avevo detto in tutti i modi che il tempo stringeva. Questa presidenza sta togliendo tempo per il mio lavoro, il mio comune e la mia famiglia. Mi sono dato una linea: seguire la politica e non la partitica. Del resto la legge Delrio è la più di destra che si potesse architettare. Mi dà poteri amplissimi. Potrei fare quasi tutto da solo. E ho tenuto solo la Pesca scegliendomi il vicepresidente».
Zanellato l'ha più sentito? «Mi ha augurato buon lavoro».
Beh, se non ha aggiunto "Stai sereno", è andata bene. Ma perché proprio la vice presidenza e la Pesca? «La vicepresidenza è fondamentale perché quando, per qualsiasi motivo, manco io, deve esserci una figura che mi sostituisce in toto. Vinicio Piasentini è la persona giusta e ha dimostrato la sua lealtà politica».
E la Pesca? «A memoria d'uomo credo che la Pesca sia sempre finita sulle spalle di un bassopolesano. È ora che tocchi a un "esterno" da quel territorio. E tuttavia ogni passo che sto facendo, come la proroga di domani (oggi, ndr) sui diritti esclusivi di pesca, è coordinato e deciso con Claudio Bellan. Però le strategie debbono cambiare: è impensabile che un settore con un giro d'affari di 34 milioni di media l'anno, restituisca alla Provincia la miseria di 180 mila euro».
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