Su internet ricerca febbrile di informazioni dal rischio di contagio ai primi sintomi

Venerdì 24 Ottobre 2014
(r.pav.) Sono 484 le ricerche su Google nel mese di settembre provenienti dalla provincia di Rovigo per avere informazioni su Ebola. In Veneto oltre 192mila le pagine visitate negli ultimi cinque mesi sul virus. Sono i dati che provengono da Omniaweb, azienda specializzata nella creazione di siti internet, nel posizionamento sui motori di ricerca e nel digital marketing. A fine mese in Veneto saranno 65mila le ricerche contro le 27mila di settembre. In totale ben 200mila da giugno.
Il virus Ebola corre anche sul web: c'è paura, si cercano rassicurazioni, ma anche notizie per capire di che cosa si tratta il virus che sta sconvolgendo l'Africa e preoccupando il mondo intero desta molta preoccupazione. Il Veneto non è da meno. Se nel mese di giugno le ricerche su Google sul virus sono state circa duemila, con il crescere dell'allarme si è passati a 18mila in luglio, 80mila ad agosto, 27mila a settembre e una quota attorno alle 65mila per fine ottobre.
Victor Vassallo, presidente di Omniaweb, spiega: «Da Google passa la quasi totalità del traffico di ricerca, dunque analizzare questo tipo di visite internet significa analizzare quello che le persone chiedono al web. Su Ebola i veneti cercano informazioni sui sintomi, ma anche le modalità di contagio e i fattori di rischio. È poi interessante notare che il picco delle ricerche è coinciso con il mese di agosto, dunque con il momento di punta dei flussi turistici per le ferie estive».
Nel mese di settembre, l'ultimo per il quale esistono dati definitivi, si sono registrate nella regione Veneto 27.230 ricerche collegate al virus. In testa per numero di ricerche la provincia di Vicenza con 7.232 ricerche, seguita da Treviso (6.245), Verona (4.737), Padova (4.310) e Venezia (3.898). In coda le province di Rovigo e Belluno, rispettivamente a 484 e 324 ricerche. «Su Internet - chiude Vassallo - è molto facile diffondere informazioni inesatte. Il web è uno strumento utile, ma bisogna selezionare con cura le fonti più attendibili, altrimenti il rischio è che si diffonda un panico ingiustificato».
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