Sottoscrizione delle liste, 4 politici indagati per falso

Giovedì 17 Aprile 2014
Quattro indagati. Quattro noti politici ai quali il procuratore Sabrina Duò ha notificato l'avviso di chiusura delle indagini preliminari. Il problema riguarda l'autenticazione delle firme raccolte per la presentazione delle liste elettorali per le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013. Il reato ipotizzato è quello previsto dal Testo unico delle leggi elettorali. Le quattro persone alle quali è stato notificato il provvedimento sono Paolo Avezzù, 58 anni, rodigino, ex sindaco e attuale presidente del consiglio comunale; Daniele Lucchiari, 40 anni, adriese, consigliere comunale; Doriano Moschini, 63 anni, di Taglio di Po, assessore comunale; Giovanni Nalin, 59 anni, di Rovigo, consigliere comunale.
Le contestazioni allo stato formulate a carico dei quattro sono sostanzialmente le medesime. I fatti si sarebbero verificati in differenti date di gennaio 2013 a seconda dei casi a Rovigo, Taglio di Po e Adria. Secondo la ricostruzione della Procura, il problema centrale starebbe nell'avere attestato che alcune firme erano vere ed erano state apposte alla propria presenza. Da ciò sarebbe disceso il fatto di avere formato falsamente il cosiddetto «atto separato di dichiarazione di presentazione di una lista di candidati» depositato al Comune competente.
Ad Avezzù vengono contestate cinque firme, oltre che i conseguenti atti separati per lo schieramento «Io amo l'Italia» per Camera e Senato; a Lucchiari una unica firma e l'atto separato per «Ms Fiamma Tricolore» per il Senato; a Moschini due firme e l'atto separato per «Ms Fiamma Tricolore» per il Senato; a Nalin una firma per «Centro Democratico» e l'atto separato per Camera e Senato e altre due firme per «Sinistra ecologia e libertà» con l'atto separato per la Camera. I quattro sono difesi rispettivamente dagli avvocati Enrico Cappato, Luca Azzano Cantarutti, Veronica Pasetto e Carlo Barotti.
Grande fiducia da parte di tutti loro di dimostrare l'infondatezza delle accuse. Probabile che più d'uno degli indagati intenda sfruttare a breve la possibilità che gli viene offerta dal Codice di presentarsi davanti al pubblico ministero per sottoporsi a interrogatorio; o comunque presentare memorie. «Confidiamo di dimostrare - dichiara l'avvocato Luca Azzano Cantarutti - che Lucchiari ha sempre operato con la massima trasparenza. Quindi chiariremo di certo l'equivoco alla base di questa situazione e spiegheremo tutto al magistrato».
Secondo indiscrezioni l'inchiesta è partita da una segnalazione degli organi ai quali è deputato il vaglio della regolarità delle liste elettorali. In alcuni casi sarebbe risultato che la medesima persona aveva firmato per più di uno schieramento. Il che non è consentito. Sentite a chiarimento, alcune di loro avrebbero disconosciuto uno dei due autografi. La vicenda è comunque molto delicata e tutti i condizionali sarebbero d'obbligo. Anche perché esisterebbe un procedimento distinto originato dalla medesima segnalazione.
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