Si dice che in Italia l'onestà non paga. Se si trasla il concetto sugli enti

Martedì 27 Ottobre 2015
Si dice che in Italia l'onestà non paga. Se si trasla il concetto sugli enti locali, si può dire che a essere virtuosi ci si rimette. Rovigo è tra questi perché la novità è che non riceverà un euro dal fondo di solidarietà (perequazione, per essere precisi) da 29 milioni per i Comuni sotto i 60mila abitanti.
Lo sottolinea l'assessore al Bilancio Susanna Garbo, in concidenza con l'uscita su Il Sole 24 ore di un'analisi del Centro studi Sintesi, che ha esaminato i tagli subiti dai 101 Comuni dal 2010 a oggi. «Ci hanno comunicato che non avremo alcun contributo dal fondo, anche se siamo un Comune virtuoso, perché non siamo abbastanza in sofferenza». Secondo le stime, non arriveranno circa 180mila euro che non erano molti, ma non davano fastidio. «Ci creerà qualche problema», conclude Garbo.
Andando a guardare l'analisi di Il Sole, si nota come Rovigo, dal 2010 al 2015, abbia avuto una riduzione di trasferimenti statali di 134 euro per abitante, che fanno 6,7 milioni in tutto, pari a meno 53 per cento dal 2010 a oggi. È il capoluogo veneto che ha avuto meno tagli percentualmente, ma togliere tutti quei fondi significa affamare un piccolo Comune. Il concetto che risulta dai conti fatti al Centro studi Sintesi mostra che più i Comuni hanno speso in servizi per la collettività, più sono stati falcidiati: Venezia ha avuto un taglio del 77 per cento in un lustro (74,2 milioni, 286 euro pro capite), Padova del 73 (40,4 milioni, 195 euro ad abitante), Verona del 60 (55 milioni e 217 euro), Treviso del 59 (12,5 milioni e 152 euro), Belluno del 58 (4,7 milioni e 132 euro) e Vicenza del 53 (15,8 milioni e 139 euro).
In questo quadro si inseriscono ulteriori valutazioni politiche e finanziarie, a cominciare dalla Tasi che sparisce. Il Governo dice che rimborserà ai Comuni i soldi, ma il passato non è a suo favore. Esempio recente: lo Stato aveva compensato a Palazzo Nodari 2,3 milioni sull'Imu 2013, per quella 2014 ha dato 1,7 milioni. Considerando il taglio all'Irpef annunciato, nelle Ragionerie dei municipi si trema su quanti soldi arriveranno davvero da Roma.
Gli aspetti di finanza locale, peraltro, sono una selva di punti sui quali svaniscono sempre più soldi dallo Stato, ma anche di paletti. Rovigo, per esempio, aveva previsto spese per opere e forniture per 1,8 milioni, ma a giugno un decreto ha cambiato il Patto di stabilità e quei soldi in pratica non si possono toccare. Il Comune stesso, però, si era allineato con le direttive del Governo di pagare a scadenza i fornitori, ma ora rischia di sforare il Patto, con le conseguenze sul blocco agli investimenti l'anno prossimo.
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