Scambio di provette, assolto veterinario

Lunedì 28 Luglio 2014
Sei anni di controversie legali. Con persino la corte di Cassazione chiamata a pronunciarsi su un presunto scambio di provette con seme di uno stallone da monta. I supremi giudici della Terza sezione civile hanno infatti depositato nei giorni scorsi la sentenza con la quale accolgono il ricorso di un veterinario polesano al quale, in primo grado, era stato inflitto il provvedimento disciplinare della censura.
A monte di tutto, l'esposto presentato nel 2008 con il quale la proprietaria di una cavalla purosangue lamentò che il professionista avrebbe fecondato la cavalla utilizzando il seme di uno stallone differente da quello che era stato concordato, attestando tuttavia che l'inseminazione era avvenuta come da patti. Una questione che al comune mortale magari può apparire di secondaria importanza, ma che per chi bazzica allevamenti e corse è invece fondamentale. La corretta indicazione della discendenza è infatti fondamentale per l'iscrizione all'Unire. Acronimo quest'ultimo che sta per Unione nazionale per l'incremento delle razze equine. Sulla base dell'esposto l'Ordine dei medici veterinari della provincia di Rovigo avviò nel 2009 il procedimento disciplinare, concluso come detto con la censura. In secondo grado il ricorso del professionista venne respinto dalla Commissione centrale per gli esercenti e le professioni sanitarie, competente per le impugnazioni.
A questo punto il veterinario ha deciso, assieme al legale che lo seguiva nella controversia, di rivolgersi alla Cassazione, per fare annullare il provvedimento a suo carico che non riteneva giustificato. Il suo ragionamento è stato in effetti accolto dai giudici, che hanno annullato il provvedimento disciplinare dichiarando prescritta l'azione disciplinare. Per un motivo molto semplice: i fatti si sarebbero verificati nel 2003, quando il termine per la prescrizione, relativamente a procedimenti unicamente disciplinari, è di cinque anni. Di conseguenza i termini erano decorsi già quando venne presentato l'esposto, figuriamoci quando arrivò la censura.
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