Quattro anni di "letargo", poi l'esplosione nel 2013

Venerdì 22 Agosto 2014
Dopo quattro anni di silenzio, la "Febbre del Nilo" in Polesine l'anno scorso è esplosa più forte che mai. Il 2 settembre 2013 è stato accertato l'ultimo caso, otto in totale, di contagio del virus West Nile in provincia di Rovigo. Vittima una donna di 88 anni residente a Lendinara, le cui condizioni però non sono apparse gravi fin dall'inizio. Il primo paziente nel 2013 fu ricoverato a inizio agosto per aver contratto il morbo di origine africana. Si trattava di un 71enne di Giacciano con Baruchella. Ne sono seguiti altri tre sparsi tra Melara e Castelguglielmo (tutti over 50) e un 52enne senegalese di Occhiobello. Il virus si è poi spostato dall'Altopolesine nel capoluogo, con due casi uno nel quartiere Commenda est e uno nella frazione di Borsea. A seguito delle segnalazioni di contagio accertato sono partite delle campagne di disinfestazione mirate e potenti in un'area di 150 metri di raggio dalla casa di residenza del malato. Quest'anno invece la disinfestazione a Rovigo, a causa dei problemi di bilancio del Comune, è stata molto blanda e limitata al larvicidio dei fastidiosi insetti. La Febbre del Nilo, trasmessa dalla zanzara culex, era una malattia sconosciuta in Polesine fino al 2009. Salì agli onori della cronaca quando portò alla morte Zilda Zerbini, 82enne di Ficarolo. Ad agosto di quell'anno un anziano di Villadose venne ricoverato per il virus, ma vinse la battaglia. A questo seguirono altri tre casi, senza tragici effetti.
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