Pendolari appiedati sulla linea delle 6.38

Venerdì 6 Marzo 2015
Pendolari infreddoliti e inferociti, appiedati all'alba sulle banchine delle stazioni da Badia al capoluogo.
È successo ancora e senza alcun cenno di avviso, lo straccio di un annuncio, la benché minima organizzazione di un torpedone sostitutivo.
Un fulmine ha danneggiato la linea ferroviaria Verona-Rovigo nei pressi di Legnago e il treno delle 6.38 è "saltato" ma il servizio che lo sostituisse non c'era. Il convoglio è senza alcun dubbio il più affollato di pendolari sulla tratta con la città scaligera gestita non da Trenitalia ma dalla società regionale Sistemi territoriali. Che però non ha avuto l'accortezza né di avvisare i passeggeri in attesa sui binari né di predisporre i pullman per coprire in qualche modo la tratta. Tanto che a studenti e lavoratori rimasti ad attenderlo vanamente sulle banchine non è rimasto altro che cercarsi mezzi propri per raggiungere le rispettive destinazioni o tornarsene a casa.
Una carenza di informazione su un disservizio che ha fatto scattare proteste a tutti i livelli, da chi il treno lo adopera per i propri spostamenti ai diversi ambiti istituzionali. Usa il sarcasmo il consigliere regionale dei Democratici Graziano Azzalin: «Vedremo se la giunta Zaia darà la colpa a Trenitalia, questa volta. La tratta del treno delle 6.38 è di competenza di Sistemi territoriali ed è un servizio da Terzo mondo. Non sono io a dirlo ma la apostrfò così l'ex assessore Chisso, arrestato per tangenti».
Per Azzalin la situazione delle ferrovie regionali non è all'atezza di una regione avanzata come il Veneto. «La linea Rovigo-Verona dovrebbe essere un asse portante dello sviluppo della mobilità su rotaia nel Basso Veneto - sottolinea Azzalin - Invece offre un servizio a dir poco non dignitoso per un'economia che punta a crescere e che deve rinnovarsi».
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