Otto anni di reclusione per il tentato omicidio dell'ex moglie

Giovedì 18 Dicembre 2014
La vicenda che ha portato in carcere Damiano Botton rimbalzò in cronaca nel 1999.
Al processo nel quale fu assistito dall'avvocato Paolo Guidorzi, venne condannato a scontare otto anni e otto mesi di reclusione per il tentato omicidio dell'ex moglie. La Corte d'Appello di Venezia confermò la condanna di primo grado. Respinto anche il ricorso della Procura dopo che il Tribunale di Rovigo aveva escluso la premeditazione.
Erano le 21 del 26 ottobre 1999 quando Botton, residente a Costa in via Scardona 50, al volante di una Opel Kadett, incrociò in via Pozzato a Roverdicrè, l'ex moglie Marta Rigobello mentre era alla guida di una Fiat Punto.Anche lei era residente a Costa, in via Umberto I 212. Gli ex coniugi si misero a litigare su una piazzola di sosta all'altezza del civico 23. Poi, il quarantacinquenne prese dal bauletto dell'auto un coltello da sopravvivenza e si avventò contro l'ex moglie. Lei cercò di proteggersi, ma la lama la raggiunse alle braccia e allo sterno. Finiti a terra, nella colluttazione Marta Rigobello riuscì a disarmare l'uomo. Damiano Botton allora le strinse il collo con le mani e le sbattè ripetutamente la testa contro una pietra. Per la trentanovenne sembrava non esserci scampo, ma in quel momento sopraggiunsero alcuni abitanti della zona. Uno di loro, con un calcio, aveva messo in fuga l'operaio. Botton era stato però fermato poco dopo da una delle Volanti della polizia intervenute sul posto. L'operaio era a casa sua, in bagno, e si stava lavando le mani sporche di sangue.
La coppia, dopo una lunga convivenza, nel '92 si era sposata e aveva avuto due figli. Da quattro anni, però, i due si erano separati. Al processo di primo grado finito con una condanna, il pubblico ministero aveva chiesto quattordici anni di carcere.
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