Muore dopo un doppio intervento chirurgico, i figli chiedono un milione di danni all'Ulss 18

Domenica 29 Marzo 2015
(Lo.Zo.) Si costituisce in giudizio, l'azienda Ulss 18, a fronte della causa civile radicata di fronte al giudice dai tre figli di Anna Vedovetto, 72 anni, deceduta il 31 ottobre del 2008 in ospedale a Rovigo. La richiesta di risarcimento si aggira sul milione di euro circa. L'Ulss 18 ha affidato la propria rappresentanza agli avvocati Giuseppe e Francesco Sarti di Mestre, domiciliati dal collega Andrea Rossi di Rovigo.
Secondo il ricorso curato dall'avvocato Gianluca Ballo la vicenda ha inizio l'11 ottobre 2008, quando la donna viene portata in pronto soccorso per una crisi ischemica. Il 13 ottobre viene sottoposta a intervento chirurgico, che appare perfettamente riuscito, nonostante le dimissioni, inizialmente previste per il 14 ottobre, vengano poi rinviate per la comparsa di nausea, vomito e stato confusionale. Il 17 ottobre un nuovo ricovero, in coma, al reparto di Rianimazione-Terapia intensiva di Rovigo. Una Tac al cervello evidenzia - sostengono i figli e il legale - almeno un ematoma. La situazione poi peggiora e, nonostante un intervento di craniotomia, il 31 ottobre la donna muore. La posizione dei tre figli è chiara: una tempestiva disposizione della Tac prima della dimissioni, all'insorgere delle prime problematiche, forse avrebbe consentito di individuare per tempo il problema, così da reagire in maniera appropriata e aumentare le chance di sopravvivenza della donna.
Ovviamente differente la posizione dell'Ulss 18, che appare determinata a difendere l'operato del proprio personale. Primo passaggio in aula il 10 giugno.

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