Pagare i tributi, tariffe comunali e multe? A Rovigo pare sia solo un optional. Palazzo Nodari incassa praticamente poco più della metà di quanto mette in bilancio.
Lo dice la classifica stilata dal Sole 24 ore che piazza il capoluogo polesano impietosamente tra gli ultimi posti: 94.mo su 108 città. Peggio di noi in Veneto non c'è nessuno anche se la solita sorella Belluno si piazza un gradino sopra a noi, 93.ma. Ma che vuol dire? Stando ai dati relativi alle entrate tributarie 2013, ovvero a quanto il Comune presume di raccogliere in un determinato anno attraverso tariffe e tributi quali Imu e Ici, Palazzo Nodari è riuscito a incassare solamente il 55,2 per cento dei 26,9 milioni di euro che aveva messo a bilancio. Un po' meglio, ma di certo non basta, va con le entrate extratributarie, ovvero con le multe, sempre nel medesimo anno: ci piazziamo al 52.mo posto, con il 58,9 per cento di capacità di riscossione a fronte di 9,9 milioni di euro accertati. In ogni caso sempre ultimi in Veneto.
Se si guarda la graduatoria con l'indice di riscossione «strutturale» dal 2008 al 2012, Rovigo si piazza 53.ma, sopra Padova che è 78.ma, infilando una percentuale del 96,5 per cento. Ma cosa significa tutto questo? La classifica del quotidiano economico mette nero su bianco il divario che c'è tra la teoria dei bilanci preventivi e la realtà di quelli consuntivi. Sono state misurate le entrate tributarie, come Imu e altre tasse dirette, e quelle extratributarie, come multe, tariffe per servizi come mense e assistenza, dichiarate dal Comune capoluogo. È fisiologico che qualcuno non paghi, ma quasi la metà di quanto preventivato diventa un grosso problema. Per far fronte ai crediti difficilmente esigibili il Comune per legge ha istituito un «fondo svalutazione crediti». Più è ampio il margine tra la previsione e il reale incasso più è grande il fondo di garanzia, quindi più soldi devono essere messi da parte da palazzo Nodari. Ciò significa che non possono venire usati dal Comune per altre funzioni. (((lucchinm)))
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Lo dice la classifica stilata dal Sole 24 ore che piazza il capoluogo polesano impietosamente tra gli ultimi posti: 94.mo su 108 città. Peggio di noi in Veneto non c'è nessuno anche se la solita sorella Belluno si piazza un gradino sopra a noi, 93.ma. Ma che vuol dire? Stando ai dati relativi alle entrate tributarie 2013, ovvero a quanto il Comune presume di raccogliere in un determinato anno attraverso tariffe e tributi quali Imu e Ici, Palazzo Nodari è riuscito a incassare solamente il 55,2 per cento dei 26,9 milioni di euro che aveva messo a bilancio. Un po' meglio, ma di certo non basta, va con le entrate extratributarie, ovvero con le multe, sempre nel medesimo anno: ci piazziamo al 52.mo posto, con il 58,9 per cento di capacità di riscossione a fronte di 9,9 milioni di euro accertati. In ogni caso sempre ultimi in Veneto.
Se si guarda la graduatoria con l'indice di riscossione «strutturale» dal 2008 al 2012, Rovigo si piazza 53.ma, sopra Padova che è 78.ma, infilando una percentuale del 96,5 per cento. Ma cosa significa tutto questo? La classifica del quotidiano economico mette nero su bianco il divario che c'è tra la teoria dei bilanci preventivi e la realtà di quelli consuntivi. Sono state misurate le entrate tributarie, come Imu e altre tasse dirette, e quelle extratributarie, come multe, tariffe per servizi come mense e assistenza, dichiarate dal Comune capoluogo. È fisiologico che qualcuno non paghi, ma quasi la metà di quanto preventivato diventa un grosso problema. Per far fronte ai crediti difficilmente esigibili il Comune per legge ha istituito un «fondo svalutazione crediti». Più è ampio il margine tra la previsione e il reale incasso più è grande il fondo di garanzia, quindi più soldi devono essere messi da parte da palazzo Nodari. Ciò significa che non possono venire usati dal Comune per altre funzioni.
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