Medico a giudizio per la medicazione di una mano ferita

Domenica 19 Aprile 2015
(Lo.Zo.) È finita a giudizio con l'ipotesi di reato di lesioni personali colpose. Secondo la ricostruzione dell'accusa, il medico di 56 anni, all'epoca dei fatti in servizio al pronto soccorso di Rovigo avrebbe medicato la ferita alla mano di una 18enne alla quale si era rotto un bicchiere in mano, senza prima sincerarsi accuratamente che non ci fossero lesioni tendinee. Il risultato, secondo l'accusa, è che la giovane ora si ritrova con una limitazione della capacità di flessione del pollice della mano destra. Il tutto nonostante, alcuni mesi dopo i fatti, si sia sottoposta a Verona a un intervento chirurgico per cercare di superare il problema.
La situazione, ha spiegato la 18enne in tribunale, è migliorata, ma non fino in fondo. Di professione cameriera, avrebbe imparato, causa questa limitazione, a impiegare più spesso la mano sinistra della destra, non potendo fare piena forza con quest'ultima. La 18enne è costituita parte civile nel processo, seguita dagli avvocati Tosca Sambinello e Nicola Rubiero. Il medico 56enne è invece tutelato dall'avvocato Giuseppe Sarti di Venezia, che conta di dimostrare come alla sua assistita non possa essere contestato nulla. Alla prossima udienza dovrebbero essere ascoltati i consulenti medici. Non si esclude di arrivare a discussione e sentenza nella stessa udienza.
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