La Fondazione suona la sveglia: Polesine rialzati

Sabato 22 Novembre 2014
La Fondazione suona la sveglia: Polesine rialzati
Campane mute, chiese terremotate, campanili diroccati, scuole inagibili, asili chiusi, palestre e campi sportivi impraticabili. Mettiamoci pure un disagio sociale che supera il grado di risposta degli enti locali, cassintegrati alla canna del gas, disabilità e terza età in carenza di assistenza. Non facciamoci mancare una sanità alle prese con tagli su prevenzione e screening, iniziative sul fronte ambientale disperse nella terra di nessuno dei fondi evaporati o una drastica retromarcia nei calendari di eventi culturali e iniziative di recupero storico paesaggistico.
Un elenco lungo e soprattutto parziale per uno scenario con il quale l'intero Polesine potrebbe dover fare i conti se venisse a mancare il sostegno al territorio dalla Fondazione Cariparo.
Lo si è capito ieri alla presentazione a palazzo Roncale delle linee d'intervento 2015 dell'ente che, ormai unico, sta mantenendo un profilo sociale ed economico accettabile di una provincia sempre appesa al filo della regressione. Perché il "non detto" della relazione con cui il presidente Antonio Finotti prima e il direttore Roberto Saro poi hanno elencato gli indirizzi e gli obiettivi perseguiti dalle risorse in arrivo, ha svelato di riflesso anche il volto meno nobile di questa terra, la sua ativica lentezza nel cogliere opportunità e occasioni, nel finalizzare iniziative e concretizzare progetti.
Quel piegarsi a un vetero assistenzialismo che in tempi di crisi è ritornato a non essere più solo un retaggio storico. In altre parole, i soldi marchiati Fondazione dovrebbero servire da volano per ampliare investimenti e programmare progettualità, non solo a tappare buchi e rimediare a carenze sopravvenute. Insomma, se fino a qualche anno fa queste risorse potevano essere un utile complemento, adesso, al netto della crisi, hanno varcato la soglia del giustificabile, diventando un "salva-vita" indispensabile per far procedere la macchina sociale polesana. E qui casca l'asino perché a più livelli, anche tra l'affollata platea che ha riempito il Roncale, più di qualcuno dovrebbe fare mea culpa e provare a rimettersi in discussione.
Ma tant'è. La Fondazione altro non può fare che filantropia trasparente e senza secondi fini, sorgente reale di benefit che spaziano in ambiti di intervento plurimi: dalla ricerca scientifica all'istruzione, dalla cultura alla salute, passando per l'ambiente e la ricerca, dall'assistenza al sostegno alle fasce deboli e disagiate non dimenticando sport, protezione civile, sicurezza alimentare e turismo. Quaranta i milioni che saranno erogati nel 2015 con la spada di Damocle di una revisione della tassazione che potrebbe ridurre la cifra complessiva (se ne parla nella pagina).
La fetta più larga del budget (nove milioni) sarà destinata all'assistenza e alla tutela delle categorie deboli. Otto milioni rispettivamente saranno ripartiti per ricerca scientifica e tecnologica, educazione, istruzione e formazione, arti e beni culturali. Infine 5,5 milioni finanzieranno salute e ambiente, e 1,5 milioni andranno a sport, protezione civile e alimentazione e agricoltura di qualità.
Continuerà anche nel 2015 l'attività di verifica e monitoraggio di tutti gli interventi finanziati in un'ottica che privilegia una moderna cultura della valutazione.
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