L'attenzione della Prefettura su "caporalato" e lavoro nero nell'agricoltura e nei cantieri edili

Mercoledì 2 Settembre 2015
Gli occhi del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica sono puntati su caporalato e lavoro in nero. Ieri mattina in prefettura il prefetto ha ascoltato la relazione del direttore dell'Ufficio provinciale del Lavoro in merito a tale tematica, che fa preoccupare non poco Francesco Provolo. L'organizzazione del lavoro agricolo in Polesine fa sì che sia «quasi impossibile che avvengano episodi di caporalato. Quel che però non manca è il lavoro in nero, sia in agricoltura che in edilizia. Per questo, in una sinergia di forze che vede coinvolta la Prefettura, abbiamo messo in campo una serie di controlli che hanno portato a una riduzione del fenomeno, a favore di un'ondata di regolarizzazioni».
I dati precisi non sono ancora noti, ma il prefetto assicura: «Attendo anche io di conoscerli e di poterli studiare in modo approfondito e sarà mia cura portarli all'attenzione, in ottobre, del consiglio dell'immigrazione, un nuovo organismo che vigilerà su tutto quello che gira attorno a questo fenomeno». D'altro canto, se è vero che il cancro del lavoro nero è noto da tempo, lo stesso si può dire anche del fenomeno del caporalato visto che sono anni che i sindacati confederali lanciano l'allarme, come pure il giudice del Tribunale di Rovigo Carlo Negri, che è stato consulente della commissione parlamentare antimafia nella scorsa legislatura, oltre che dal segretario provinciale della Flai-Cgil Lauro Biolcati.

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