Inquinamento, così taglieggiavano le aziende venete

Giovedì 30 Ottobre 2014
Associazione per delinquere e concussione. Questa è l'ipotesi accusatoria contestata dalla Procura di Roma a Giampaolo Schiesaro, avvocato dello Stato in servizio all'Avvocatura distrettuale di Venezia e dal novembre 2006 - nominato dall'allora ministro Pecoraro Scanio - consulente del ministero dell'Ambiente per la tematica delle transazioni ambientali.
Avrebbe esercitato, in accordo con Gianfranco Mascazzini, direttore generale del ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, pressioni su importanti gruppi industriali ai fini di costringerli ad aderire alle cosiddette «transazioni ambientali» sulle quali l'avvocato percepiva un emolumento dello 0,3%. A conti fatti, come evidenzia il rapporto della Guardia di Finanza, tra il 2008 e il 2011 avrebbe percepito 409mila euro puliti.
Tra le imprese danneggiate la società Intermodale di Marghera, la Fincantieri, la Vega Parco Scientifico, la Società San Marco Petroli. Questo è lo scandalo delle bonifiche, nel quale oltre a Mascazzini e Schiesaro si trovano coinvolte altre 24 persone.
L'affare delle transazioni ambientali ha rappresentato, sostengono gli inquirenti, una fonte di primaria importanza per consolidare il potere del direttore generale del ministero e dei suoi più stretti collaboratori, fra i quali l'avvocato Schiesaro che nella vicenda era la «mente giuridica».
12 novembre 2007, ore 18.57. Rossella Boscolo, collaboratrice del direttore Mascazzini, chiama l'avvocato Schiesaro. «Senti Giampaolo, ti chiamavo per questo motivo, siccome gli sono girate le scatole, ha deciso che parte domani mattina. Fincantieri non lo vuole più incontrare. Li senti tu e se questi vogliono transare bene, se no gli mandiamo l'ispezione e tutti i discorsi». Poi la Boscolo passa il telefono al direttore generale al quale Schiesaro riferisce di essere stato contattato dalla Montefibre, altra società con sui è in corso una transazione. «Io ho avuto il pressing stamattina, non capiscono perché ci siamo fermati». Al che Mascazzini risponde: «Ci devono dare tutti i soldi sino all'ultimo centesimo, se no stanno ad aspettare e non vedranno mai i 500 milioni che devono incassare. Aspetteranno 16 mesi, possono andare a dare via il culo. Tu gli dici che Mascazzini vuole tutti i soldi, l'uno sull'altro». Schiesaro ribatte che non può dire una cosa del genere. E Mascazzini aggiunge: «Io non cambio una virgola, non voglio un centesimo di meno, non firmerò mai». Schiesaro cerca di farlo ragionare: «L'ho capito ma io devo trovare un modo intelligente per non firmare».
Dalle intercettazioni telefoniche emerge come le ispezioni ministeriali fossero uno strumento di pressione per spingere le imprese a transare e a versare al ministero dell'Ambiente quanto richiesto.
22 ottobre 2007 ore 20.33. Schiesaro telefona a Mascazzini per parlargli della Delonghi che sarebbe pronta a trattare. «La verità è che lì il penale va verso l'archiviazione. È doloso (il rogo che ha distrutto l'azienda, ndr), loro sono vittime. L'unica speranze è fare una causa civile che durerà 30 anni. E allora quello che è urgentissimo è battere il ferro finché è caldo e avere subito una quotazione del danno per chiedere il risarcimento in via transattiva».
Per i magistrati romani appare chiaro che tutto ruota attorno alle figure di Mascazzini e Schiesaro i quali studiano tutte le modalità necessarie per fare indebite pressioni sulle aziende e indurli a sottoscrivere le transazioni. E in una telefonata del 7 novembre 2007, ore 18.08, Schiesaro si vanta di avere inventato un «giochino» per dare la «sveglia» alle aziende. «Ti ho messo a posto quella lettera, guardala con attenzione perché ho trovato un giochino interessantissimo. C'è riferito l'articolo 304, un bell'illecito amministrativo che punisce con una sanzione da 1000 a 3mila euro al giorno il ritardo nell'esecuzione delle misure di messa in sicurezza. È una bella carta per accelerare tutto».
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci