Il sindaco fa i conti con i dissidenti e la nuova Forza Italia

Giovedì 17 Aprile 2014
Aldo Guarnieri si prepara a staccare la spina all'amministrazione Piva e lancia le grandi intese. In consiglio comunale l'altro giorno regnava la calma piatta, ma era solo la quiete prima della tempesta. Ieri mattina il «battitore libero», ex pidiellino che dopo la scissione del partito è confluito nel gruppo misto, presidente dell'Ater di Rovigo, si è detto pronto a fare la rivoluzione: mandare a casa il sindaco Bruno Piva e rimettere in piedi la città dopo «anni di abbandono con questa amministrazione» grazie a una lista civica che guardi anche al centrosinistra. D'altro canto Guarnieri è fermamente convinto che, seppur per tempi e argomenti limitati, per il bene di Rovigo, è possibile lavorare assieme pur appartenendo a schieramenti opposti. Prova ne è l'operato del Cda dell'Ater: «Con il consigliere Domenico Romeo (Pd, ndr) non ho avuto alcun problema. Anzi abbiamo operato assieme ottenendo buoni risultati. A volte bisogna eliminare i colori politici e raggiungere obiettivi comuni. E quale obiettivo comune più importante può esserci per uno che ama la politica se non il bene di Rovigo?».
Il primo passo, però, è quello di fare tabula rasa a Palazzo Nodari. «Siamo di fronte a un caso di manifesta incapacità politica. Piva è una brava persona, ma non ha la capacità di amministrare questa città. Siamo a livelli polari, abbondantemente sotto zero. La gente mi domanda per la strada perchè non lo mandiamo a casa e io mi trovo veramente in imbarazzo». Ma perché dunque, nonostante si parli da tempo di andare dal notaio per le dimissioni di massa che metterebbero fine a questa consiliatura agonizzante ormai da mesi, si continua a languire in questo limbo? «Il problema non è mandarlo a casa. Il problema è quello che succede dopo. Insomma cosa arriverà dopo Bruno Piva?».
Prima di tutto un commissario «che in ogni caso farà l'ordinaria amministrazione. Ed è pur sempre qualcosa in più rispetto a quanto fatto dal sindaco in questi quasi tre anni». E poi? «Ci sono delle idee che hanno accomunato alcuni consiglieri comunali di schieramenti opposti. Parlo della questione del Passante nord, del Tribunalone e della cittadella della giustizia all'ex caserma Silvestri, del piano degli interventi con la storia di Decathlon, l'affaire Asm Set-Ascopiave che ha fatto saltare la maggioranza al sindaco e, infine, l'Iras. In più consiglieri siamo convinti che è necessario mandare via Stocco e il direttore e rimettere le cose in ordine».
Insomma sull'attuale amministrazione c'è poco da fare: «Arrendiamoci! È come pensare che una scimmia possa guidare un aereo. Voltiamo pagina». E quindi poi aprire un periodo di larghe intese: «Bisogna avere il coraggio di fare un patto per la città». Insomma, se in Portogallo c'è stata la Giunta di salvezza nazionale, a Palazzo Nodari si dovrebbe convergere in una giunta di salvezza rodigina, «un po' sulla scorta dell'esempio nazionale con Renzi e Berlusconi». Un sogno? «Sarà anche un sogno, ma me lo voglio regalare per il mio 51.mo compleanno. Ho mandato giù tanto di quel nervoso in questi ultimi mesi che per me è arrivato il momento di dire basta. E lo faccio così: facciamo un civica, mettiamo da parte i partiti e ricostruiamo la città».
D'altra parte i colleghi di centro destra non paiono d'accordo. Per Simone Bedendo «si tratta di un'idea assolutamente non perseguibile. Persone di responsabilità dovrebbero avere il buon senso di andare avanti con questa coalizione». Walter Roana sorride: «Nulla mi accomuna al centrosinistra tranne il fatto di essere disgustato da quanto sta accadendo».
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