Il nuovo consiglio debutta con un applauso

Venerdì 31 Ottobre 2014
Il nuovo consiglio debutta con un applauso
(f.p.) Ha giurato fedeltà alla Costituzione e alle leggi della Repubblica con la formula di rito il presidente Marco Trombini. Hanno applaudito i consiglieri, solo dieci, ordinatamente accomodati nell'emiciclo dei banchi, sei alla sua sinistra (la maggioranza) e quattro a destra (la minoranza). Sorrisi e serenità. Via, si parte. Ha lasciato gli ormeggi ieri intorno alle 12.30, la rinnovata (a livello di rappresentanze) Provincia di Rovigo. "Avventura" dai tempi diversi: Trombini ha davanti a sé quattro anni di presidenza, i consiglieri solo due.
Sono però le parole di introduzione dello stesso Trombini a far capire che l'ente non vuole e, per quanto potrà, non farà passi indietro: «Siamo pochi ed eletti in modo inconsueto - ha esordito il presidente - ma pretendo rispetto per chi è stato eletto democraticamente da coloro che rappresentano 250 mila polesani. Il vecchio parroco di Granzette, don Arrigo Ragazzi, mi ha insegnato di prodigarmi per l'intrusione, mai per l'esclusione. Ed è quanto invito tutti a fare: dobbiamo essere di esempio prendendoci le nostre responsabilità».
Spinoso il primo punto all'ordine del giorno del consiglio inaugurale. Sul tappeto la controversa vicenda dell'autorizzazione alla discarica di Bergantino. Un sito che dovrebbe ospitare addirittura lo stoccaggio dell'amianto bonificato vicino all'alveo del Canalbianco.
«Credo che la Provincia si salverà dando un senso alla propria attività solo se rimarrà unita - ha ricordato Trombini - Per questo non posso tacere il fatto che in questi anni il Polesine ha dato molto, anche troppo, dal punto di vista ambientale. Se dobbiamo giocare una carta per il futuro questa è proprio la salubrità dei luoghi. Non sappiamo quali deleghe ci verranno lasciate dalla Regione ma se ci fosse l'Ambiente dobbiamo riflettere con attenzione».
«Non dobbiamo continuare ad essere una Provincia del no come siamo stati spesso etichettati - ha fatto eco il consigliere Ivano Gibin - Ma in un caso come questo quando la gente, il territorio, la politica respinge un insediamento così pericoloso, la nostra contrarietà deve essere totale».
Alle parole di Gibin sono seguite le repliche unanimi degli altri colleghi fino al voto che ha respinto l'autorizzazione alla discarica.
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