Droga in pentola, 16 arresti

Sabato 20 Dicembre 2014
Lo spaccio di cocaina era ramificato e coinvolgeva chi, magari con un lavoro, cercava di arrotondare. Ieri all'alba i carabinieri di Venezia hanno portato alla luce un vasto sodalizio criminale accusato di traffico internazionale di droga. Si tratta dell'operazione "Barena" avviata nel 2013 che ha portato a sedici ordinanze di custodia cautelare (sette in carcere e otto ai domiciliari) di un gruppo in grado di spacciare fino a 50mila euro di droga al mese, composto da operai, impiegati, commercianti e trasportatori. Le persone coinvolte sono 23, sono stati sequestrati quasi 11 chili di cocaina e l'attività investigativa dei carabinieri (pm Ignazitto e Franceschetti) ha portato anche al sequestro di barche e appartamenti per un valore di circa un milione di euro.
Al centro del gruppo, secondo i carabinieri di San Zaccaria, c'era Massimo Dabalà, 54 anni con un passato di contatti con la mala del Brenta. Dabalà ha gestito per anni la trattoria delle Vignole più vicina all'imbarcadero Actv e pareva che avesse messo la testa a posto, ma poi la polizia aveva scoperto che la trattoria era una copertura e in realtà continuava con il mestiere di sempre.
Tra le persone finite agli arresti domiciliari c'è Claudio Capuzzo, 42 anni di Adria.
C'era chi nascondeva la droga dentro pentole a pressione immerse nella laguna, in punti molto appartati.
L'indagine dei carabinieri, svolta con metodi tradizionali come pedinamenti, controlli notturni e verifiche sulle utenze telefoniche, ha portato alla luce questo gigantesco traffico di cocaina. Così è stato anche ieri mattina quando, con l'utilizzo di un elicottero, è stata controllata la zona di Campalto. In tutto sono state fatte 40 perquisizioni con l'impiego di 200 militari e unità cinofile. La droga arrivava in Veneto, Lombardia ed Emilia attraverso aerei, barche e auto e veniva girata ai componenti che si conoscevano da anni.
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