Data in moglie a dodici anni per pagare i debiti

Sabato 25 Ottobre 2014
Data in moglie a dodici anni per pagare i debiti
Il problema era che era un pò troppo emancipata, per le tradizioni di famiglia. Smaniosa di vivere all'Occidentale, secondo le usanze e la cultura che aveva conosciuto. È per questo che il padre e la matrigna la avrebbero maltrattata a più riprese, sin dall'età di 6 anni. Poi, ad appena 12 anni, la giovane del Bangladesh è stata data in sposa a un connazionale oggi di 36 anni. Non per amore, non per convinzione, ma per ripianare un debito. Di 30mila euro: questo il valore dato con quella «transazione umana» ai sentimenti e alla verginità della ragazzina.
Che ieri, di fronte ai giudici del Tribunale collegiale di Ravenna, ha raccontato di essere stata costretta a fare sesso sin dalla prima notte di «nozze». Ammesso che di nozze si possa parlare nel caso di una cerimonia che ovviamente non ha potuto essere trascritta in alcun modo e avere alcuna valenza nel nostro Paese. Tre gli imputati. Il padre e la matrigna della giovane, oggi residenti in Basso Polesine, nella zona di Taglio di Po, all'epoca invece nel Ravennate. Sono chiamati a rispondere di maltrattamenti. Poi, il 36enne, pure lui del Bangladesh come i genitori della bambina. All'epoca dei fatti contestati - il 2006 - risiedeva in provincia di Forlì. È accusato di violenza sessuale.
È con lui - sostengono la squadra mobile di Ravenna e la Procura romagnola - che i familiari della ragazzina avevano contratto un debito consistente. Ambulanti loro, commercianti lui. I primi avevano preso dal secondo una cospicua quantità di merce da rivendere. E, secondo l'accusa, al momento di regolare i conti venne proposto e accettato un pagamento in natura. Nel senso letterale e più ampio del termine.
Ieri, alla prima udienza del procedimento, è stata ascoltata per circa un'ora la giovane vittima. Rispetto alla prima deposizione, resa agli investigatori della squadra mobile, ha aggiunto un particolare: ha detto di essere stata costretta a fare sesso sin dalla prima notte di nozze col marito, di circa 15 anni più anziano di lei. L'uomo - definito piuttosto manesco e anche geloso dalla moglie, che ora non è più legata a lui da alcuna relazione - la avrebbe tenuta bloccata per le mani. Questo sul fronte della violenza sessuale.
Per quanto invece concerne i presunti maltrattamenti sono state ascoltate le deposizioni dei due fratelli della vittima. Hanno spiegato che i rapporti tra la sorella e la matrigna non erano certo idilliaci. Sarebbe volato qualche ceffone. I due fratelli lo hanno ammesso ai giudici. Ma hanno negato che si sia mai andati oltre, ossia che ci siano stati episodi mirati e sistematici, veri e propri maltrattamenti.
L'udienza è quindi stata aggiornata alla prossima data, fissata per metà dicembre. Da parte della difesa dei genitori - affidata all'avvocato Alessandro Reggiani di Ravenna - e dell'ex marito - assistito dall'avvocato Chiara Bezzi di Bergamo - c'è la fiducia di potere ricontestualizzare la vicenda in modo alternativo alla ricostruzione dell'accusa e di arrivare alla assoluzione.
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